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44 il cellulare N E L F O R N O ! Dopo che il robot ha posizionato tutti i componenti PER DI SAPERNE 45 il cellulare elettronici (ce ne sono anche più di 200), la scheda entra in un forno dove, a una temperatura di 200°C lo stagno si scioglie e i componenti si saldano sul circuito stampato. Ovviamente anche questa parte viene fatta in modo completamente automatizzato: una “linea di montaggio” di questo tipo può sfornare una scheda pronta in meno di due minuti. I L S O F T WA R E L’anima di un telefonino è il software; è quello che lo fa, in definitiva, funzionare; è quello in cui, ad esempio sono “memorizzate” le suonerie, o le immagini. Insomma il software di un cellulare non è troppo differente (qualitativamente) da uno che “gira” nel computer. Tant’è che le aziende che fanno i telefonini hanno bisogno di bravi programmatori e sviluppatori di programmi: spesso sono questi che fanno vendere più apparecchi. Il software viene inserito nelle memorie che stanno sulla scheda. CO LL AU D O Ogni scheda viene collaudata, sempre in modo automatizzato: le schede che superano il controllo vengono trasportate verso le postazioni successive, mentre quelle difettose vengono scartate e, se ne vale la pena, verranno successivamente riparate dai tecnici. C H I U S U R A Ciascuna scheda funzionante viene adesso fissata alle parti meccaniche e al display e quindi il cellulare viene chiuso. Questa parte, a differenza delle precedenti, viene realizzata da operai esperti. Una volta completato, il cellulare viene collaudato per accertarsi che funzioni correttamente, quindi viene inscatolato, caricato su un autotreno e spedito in giro per il mondo con aerei, navi, altri autotreni e… furgoncini! PIÙ Si calcola che nel mondo vengano prodotti 25 telefoni cellulari al secondo! E altrettanti vengono venduti. P er concludere questa riflessione sui telefoni cellulari, potremmo parlare di smaltimento dei “rifiuti tecnologici”. Alle recenti cronache è balzata la notizia della situazione in cui versa la città indiana di Bangalore. Considerata un po’ la Silicon Valley indiana, in questa cittadina si concentrano gli smaltimenti della produzione locale e di quella proveniente dagli USA. Gran parte dell’hardware dismesso viene bruciato a basse temperature, liberando nell’aria una serie di sostanze estremamente dannose come la diossina. Tonnellate di materiale tossico finiscono anche nelle discariche abusive e l’infiltrazione nel terreno di comp