Coop Politiche Sociali - Coop e Scuola In bocca al lupo | Page 79

LA PUBBLICITÀ E I COMPORTAMENTI ALIMENTARI DEI RAGAZZI dell’alimentazione che negli ultimi anni si sono avuti in alcuni Stati membri (es. Spagna, Francia, Inghilterra). Già con il libro verde del 2005, la Commissione rileva come uno dei settori verso i quali agire sia quello dell’informazione dei consumatori, pubblicità e marketing, sottolineando come “la politica dei consumatori intende fornire al pubblico informazioni che consentano di effettuare scelte alimentari oculate”, ciò comporta evidentemente la necessità di fornire ai consumatori (anche minori) informazioni coerenti sul contenuto nutritivo degli alimenti e di educarli per l’effettuazione di scelte alimentari informate. L’ obiettivo da realizzare è, perciò, quello di garantire che, nell’ambito della pubblicità e del marketing, i consumatori non siano fuorviati e non venga sfruttata la credulità e la mancanza di senso critico dei consumatori più vulnerabili (minori). “Questo riguarda soprattutto la pubblicità per prodotti alimentari ricchi di grassi, sale e zuccheri, quali merendine ad alto contenuto calorico e bevande analcoliche zuccherate, nonché la commercializzazione di tali prodotti nelle scuole”. Ruolo fondamentale assume l’attività di educazione alimentare svolta dai genitori e dalla scuola poiché contribuisce ad evitare che i minori siano esposti a messaggi contrastanti e parzialmente veritieri. La Relazione del Parlamento Europeo del 2006 La Relazione del Parlamento Europeo sul libro verde del 6 dicembre 2006 contiene una proposta di risoluzione del PE in cui uno dei punti fondamentali riguarda proprio l’informazione del consumatore sin dall’infanzia; viene riconosciuta così la necessità di tutelare il minore -consumatore da messaggi distorti che possano comportare danni alla salute degli stessi. Il PE, tra l’altro, “ritiene che la presenza di distributori automatici nelle scuole, laddove autorizzata, debba essere conforme alle norme di una sana alimentazione”, “condanna la frequenza e l’intensità delle campagne televisive e pubblicitarie e promozionali per alimenti destinati esclusivamente ai bambini e sottolinea che tali pratiche commerciali non favoriscono abitudini alimentari sane e andrebbero, quindi, regolamentate a livello comunitario modificando la direttiva Televisione senza frontiere” (in tal modo viene evidentemente sottolineato quanto questa sia piuttosto lacunosa su questi temi). Da ultimo la Comunità Europea ha emanato un Regolamento n. 1924/2006 del 20 dicembre, relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari, in cui si prevede l’applicabilità a tutte le indicazioni nutrizionali e sulla salute figuranti in comunicazioni commerciali, compresa tra l’altro la pubblicità generica di prodotti alimentari e le campagne promozionali quali quelle appoggiate in toto o in parte da autorità pubblica (considerando n. 4). La normativa degli Stati membri su “alimentazione, pubblicità e tutela dei minori”. Alcuni esempi. Un primo dato da segnalare alla luce della ricerca effettuata concerne la nozione di minore; questa, infatti, non risulta uniforme negli Stati né tantomeno il raggiungimento della maggiore età si realizza allo stesso modo in tutti gli Stati (es. in Svezia a 21 anni, in Austria a 19). In particolare si ricava, sotto il profilo della tutela del minore nella pubblicità, l’ulteriore differenziazione tra minore e bambino (v. tabella comparativa). A tutt’oggi, nella maggioranza degli Stati membri è presente una disciplina generale in materia di pubblicità e tutela dei minori uniformata all’acquis communautaire scaturito 79