Coop Politiche Sociali - Coop e Scuola In bocca al lupo | Page 73

LA PUBBLICITÀ E I COMPORTAMENTI ALIMENTARI DEI RAGAZZI CHE COSA FARE? L’equilibrio alimentare non sembra essere di casa tra gli adolescenti italiani, la campagna“Vivi sano mangia bene” è il richiamo del Governo, a fronte dell’aumento del 25% dell’obesità in Italia, a riflettere sul nesso causa-effetto tra alimentazione e salute. Il messaggio è rivolto a tutta la popolazione in generale e in particolare a giovani, donne/ mamme e soggetti a rischio. Evitare gli eccessi alimentari, curare una dieta varia ed equilibrata (come la dieta mediterranea) ed avere uno stile di vita non sedentario possono combattere l’insorgenza delle patologie collegate ad una cattiva alimentazione come i rischi cardiovascolari, l’obesità, il diabete. Sconsigliate le diete fai-da-te. Dallo studio HBSC (Health Behaviour in School-aged Children - Comportamenti collegati alla salute in ragazzi di età scolare) condotto dall’Organizzazione mondiale della sanità, che coinvolge 35 Paesi, realizzato per l’Italia dal dipartimento di Sanità pubblica dell’Università di Torino e da quello di psicologia dell’Università di Padova, risulta che l’Italia non è più il Paese della “buona tavola”! Dall’ultimo report, emerge che, su 4.500 questionari riempiti dai ragazzi italiani di tre fasce d’età 11, 13 e 15 anni, il consumo di frutta e verdura è molto modesto, addirittura inferiore a quello degli americani, i dolci sono ormai un piatto quotidiano e le bevande zuccherate sono sempre più gradite e richieste dai giovani. Inoltre, se l’alimentazione non è quella ideale, anche l’attività fisica lascia a desiderare! Infatti, dagli undici ai quindici anni c’è un progressivo abbandono dello sport e un rapido aumento delle attività sedentarie, come l’uso del computer o l’abitudine a guardare molta televisione. I dati della presente ricerca confermano, anche, che la sperimentazione di alcol e tabacco è sempre più diffusa tra preadolescenti e adolescenti. Infatti, ormai l’iniziazione al consumo di tabacco avviene intorno ai tredici anni, mentre per l’alcol scende a undici anni. Il vino è, poi, seguito da birra e successivamente dagli alcolici, una delle bevande assunte sempre più regolarmente dai giovani! Inoltre, questa tendenza alla “cattiva alimentazione” va a scontrarsi con quelli che sono gli standard di bellezza (fisico snello e una perfetta cura del corpo) proposti dai media. Questo contrasto va a generare, in particolar modo nelle ragazze adolescenti, profondi turbamenti e sensi d’insoddifazione del proprio aspetto. In casi estremi ciò può, addirittura, portare a disturbi alimentari molto gravi, come bulimia e anoressia. Ma allora, è possibile insegnare ai giovani ad avere un giusto rapporto con il cibo per poi aiutarli a correggere le loro errate abitudini alimentari? Ciò è possibile ma non è così semplice da attuare come appare, in quanto, l’atto di alimentarsi non è soltanto l’espressione del bisogno di nutrirsi, ma anche il risultato di determinanti psicologiche, sociali, culturali, che insieme concorrono a formare l’atteggiamento alimentare. Un’alimentazione corretta non deve, infatti, solo rispettare le necessità qualitative e quantitative dell’organismo, ma deve anche armonizzarsi con la sfera psicologica e di relazione della persona. Occorre perciò, innanzitutto, uscire dallo schematismo forzato del “fa bene - fa male” (ai giovani questo interessa poco!), per porsi in una prospettiva più ampia che, attraverso un lavoro svolto proprio insieme ai ragazzi, offra loro l’occasione di attivare dei comportamenti realmente positivi che inducano a correggere i loro problemi alimentari. 73