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LA PUBBLICITÀ E I COMPORTAMENTI ALIMENTARI DEI RAGAZZI La razionalità e la conoscenza sono soppiantate con la rappresentazione dello svago, al 49%, come giocare, divertirsi, correre, fruire di un medium. Dinamiche relative ai bisogni di affettività, di esprimere sentimenti, sono presenti nel 23%. Il 20% di spot mostra dinamiche riconducibili a bisogni di conoscenza, come lavorare, competere, inventare, leggere, disegnare; infine, il 20% mostra dinamiche che richiamano bisogni di cura, quali lavare/lavarsi, vestire/vestirsi, cucinare. I bisogni primari sono quasi interamente riconducibili al consumo del prodotto (mangiare e bere) e rappresentano il momento del contatto con l’alimento, una sequenza centrale in molti spot alimentari, tuttavia appare altrettanto importante la cornice simbolica all’interno della quale il contatto avviene, sia essa rappresentata dal tempo libero, dalla sfera sociale, affettiva, dalla sfera pubblica del lavoro, del consumo culturale, della cura di se stessi o di terzi. E’ la cornice simbolica a imprimere il senso complessivo al contatto prodotto-consumatore, quindi al messaggio pubblicitario. La cornice di senso dominante negli spot italiani attiene essenzialmente al piacere, scaturito dal godimento immediato di attività di svago, e alla felicità, stato d’animo di proiezione temporale più stabile e duraturo, simboleggiato dalle relazioni affettive. Tutti gli spot, peraltro, non solo quelli di prodotti alimentari, offrono uno spaccato di mondo “positivo”, ricco di relazioni idilliache, dove piacere e felicità abbondano, come è nella tradizione dell’intrattenimento. Grafico 8: Le dinamiche mostrate negli spot italiani. Gli spot, di volta in volta, rappresentano diverse relazioni di induzione al cibo. Talvolta si può assistere a una scena in cui un adulto offre o suggerisce un prodotto a un altro adulto, altre volte la relazione di induzione al cibo è fra un adulto e un bambino o viceversa, talvolta fra bambini stessi, e quindi fra pari. Con questa domanda si è inteso registrare quali sono le relazioni prevalenti, con particolare attenzione all’età degli attori coinvolti. Fra i 1256 spot italiani, è emerso che il 56% dei messaggi pubblicitari non presenta alcuna 45