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LA PUBBLICITÀ E I COMPORTAMENTI ALIMENTARI DEI RAGAZZI Grafico 1: Numero di spot alimentari trasmessi dalle reti italiane. è che un terzo degli spot (34%) si rivolge a un pubblico di ragazzi o bambini; questo dato è stato ottenuto rilevando il pubblico ideale degli spot, quindi i consumatori potenziali dell’alimento nelle intenzioni del messaggio pubblicitario. Il confronto fra la percentuale di spot diretti ai ragazzi (34%) e la percentuale di spot in prossimità di programmi pensati per un pubblico giovane (17%) rivela un fenomeno interessante: sembra, infatti, che gli spazi pubblicitari cerchino un pubblico giovane più ancora di quanto facciano i programmi televisivi stessi in onda nella medesima fascia oraria; l’attenzione al minore è alta negli spazi pubblicitari quando è pensato come consumatore, meno nell’offerta del palinsesto televisivo quando è pensato come spettatore. Un altro aspetto interessante della pubblicità che si rivolge a un pubblico di ragazzi è la particolare cura e attenzione richiesta ai produttori di questi messaggi; il dibattito pubblico sulla necessità di tutelare accuratamente i destinatari giovani, bambini o adolescenti, della pubblicità è stato accolto, almeno formalmente, nella deontologia professionale dei pubblicitari stessi. Nel Codice di Autodisciplina Pubblicitaria9, l’articolo 11 richiama proprio la cura particolare da porre nei messaggi che si rivolgono ai ragazzi o che comunque possono da loro essere ricevuti, sostenendo che essi “non devono contenere nulla che possa danneggiarli psichicamente, moralmente o fisicamente e non devono inoltre abusare della loro naturale credulità o mancanza di esperienza, […]”. Nello stesso articolo del Codice si affrontano anche il ruolo degli adulti nelle indicazioni dietetiche, il comportamento alimentare, la propensione all’acquisto, tutti aspetti che rientrano nell’etica di tutela dei minori e in generale nell’educazione alimentare10. Gli spot alimentari, come la maggior parte degli spot moderni, si caratterizzano per brevità, rapidità di immagini, messaggi concisi. Il 95% degli spot alimentari italiani analizzati ha una durata uguale o inferiore ai 30 secondi, mentre solamente il 5% restante supera questa lunghezza. La quota complessiva di pubblicità trasmessa raggiunge all’incirca una durata di 6 ore nelle due settimane del campione italiano. 23