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Acqua in bocca 3. 4. 5. 6. 7. Le persone anziane devono abituarsi a bere frequentemente nell’arco della giornata, durante e al di fuori dei pasti, anche quando non avvertono lo stimolo della sete. L’equilibrio idrico deve essere mantenuto bevendo essenzialmente acqua, tanto quella di rubinetto quanto quella imbottigliata, entrambe sicure e controllate. Ricorda che bevande diverse (come bib ite, succhi di frutta, caffè, tè) oltre a fornire acqua apportano anche altre sostanze che contengono calorie (ad esempio zuccheri semplici) o che sono farmacologicamente attive (ad esempio caffeina). Queste bevande vanno usate con moderazione. È sbagliato evitare di bere per il timore di sudare eccessivamente (sudare è fondamentale per regolare la temperatura corporea) o di ingrassare (l’acqua non apporta calorie). Durante e dopo l’attività fisica bevi per reintegrare prontamente e tempestivamente le perdite dovute alla sudorazione, ricorrendo prevalentemente all’acqua. In determinate condizioni patologiche che provocano una maggiore perdita di acqua (ad esempio gli stati febbrili o ripetuti episodi di diarrea), l’acqua perduta deve essere reintegrata adeguatamente e tempestivamente. Acqua o “oro blu”? Oltre un miliardo di persone, un sesto della popolazione mondiale, dispone di meno di 20 litri di acqua al giorno (l’equivalente di uno scarico del nostro gabinetto). Per questo motivo, ogni giorno circa seimila bambini muoiono per malattie causate da acqua inquinata, carenza di impianti sanitari e livelli di igiene inadeguati. L’acqua sta diventando più preziosa del petrolio e la sua distribuzione ineguale rischia di provocare conflitti e guerre, nonostante siano stati sottoscritti numerosi trattati. Il Consiglio d’Europa ha firmato, nel 1968, la Carta Europea dell’Acqua, per ribadire l’impegno comune a salvaguardare questa preziosa risorsa (21). CHIARE, FRESCHE, DOLCI ACQUE Nella fiaba, i cibi fondamentali sono il pane e l’acqua. Cibi in qualche modo originari. Al pane s’affianca, con parallelo valore basico, l’acqua, “la bevanda cioè che sgorga direttamente dal grembo della terra e non ha subito nessun intervento di trasformazione, figura della condizione originaria”. “Prese con sé, per ricordo, soltanto un anellino che le avevano regalato i genitori, una pagnotta per la fame, un brocchino d’acqua per la sete; «dammi da bere!» supplicano, appena uscite alla luce, le tre fate che la mano del principe sprigiona da tre cedri”; “e il dono dell’acqua, che non si può rifiutare, scevera la sorella buona dalla cattiva.” Così Giorgio Cusatelli, nel suo saggio sulla gastronomia fiabesca, fa riferimento a tre fiabe rispettivamente di Grimm, Basile, Perrault. (22) Per bambini piccoli che non amano l’acqua (quella per lavarsi, beninteso), c’è una filastrocca sul mondo che ogni giorno si sveglia e si lava: un “fiume” di acqua e sapone per animali, esseri viventi, persino automobili e strade. (23) In Coccodrilli a colazione, Chariza spiega l’importanza dell’acqua a Eugenia: “Cara Eugenia, tu lo sai chi è il re della foresta? L’elefante, perché non ha paura di nessuno e beve solo acqua pulita. Quando ha sete e attorno a lui ci sono solo paludi fangose, l’elefante scava un buco con la sua proboscide e poi beve allegramente l’acqua fresca che trova sotto terra. Puoi farlo anche tu Eugenia, ma non con il naso, che dalla foto non mi sembra abbastanza lungo, ma con le mani. 92