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6 Il movimento, presupposto essenziale per l’apprendimento Muoversi fa parte della vita e imparare a farlo fin da piccoli è fondamentale per il nostro benessere. L’apprendimento, poi, è un processo che dura tutta la vita: si impara non solo a scuola, ma in milioni di situazioni in tutta la vita. Il feto sperimenta già nel grembo della madre le leggi della gravità, sviluppando l’udito e la vista sulla base di questa esperienza. E l’apparato vestibolare, responsabile del mantenimento dell’equilibrio, è collegato con i muscoli principali della schiena e dell’addome. Il primo lavoro di un neonato consiste nell’alzare la testa, per udire e vedere meglio. Movimento e pensiero Recenti ricerche hanno rilevato che due settori nel cervello, il ganglio basilare e il cervelletto, a cui veniva attribuito solo il comando del movimento dei muscoli, sono importanti anche per coordinare i pensieri. Inoltre, l’apprendimento si manifesta anche attraverso il movimento: dobbiamo muoverci per poter conoscere, dobbiamo muovere la mano per poter scrivere e mentre scriviamo si innesca il processo dei pensieri. Dobbiamo muovere le labbra per pronunciare le parole. Del resto, sappiamo che molte persone, per pensare meglio, debbono masticare qualcosa: una carota, una gomma, il tappo di una penna... Apprendimento e stress Ricordiamo che più stress proviamo più non riusciamo a coordinare efficacemente i due emisferi del nostro cervello, che si disarticolano e non sono più complici/collaboratori. Il nostro cervello, infatti, è composto di due emisferi e ognuno di essi svolge una funzione specifica. L’emisfero sinistro è specializzato in operazioni logiche (capacità di linguaggio e di calcolo) mentre il lobo destro in operazioni creative (attitudini artistiche, ecc.). Unendo i due emisferi con esercizi mirati, il cervello riesce a lavorare in modo ottimale. Bambini stressati Lo stress non è più prerogativa di manager superindaffarati, ma si sta rapidamente estendendo a fasce d’età molto precoci. Ne sono vittime molti adolescenti e sempre più bambini. “Oberati dal lavoro scolastico, «stretched», stirati all’inverosimile dalle aspettative della società e dei genitori intimamente insicuri, terrorizzati all’idea di non «offrire il meglio» ai propri figli e di dare loro «tutte le opportunità» per la loro crescita, i piccoli annegano in un mare di attività «extracurriculari», fatte soprattutto per dare lustro allo status sociale della famiglia: dalle lezioni di judo al violino, dai workshop di creatività artistica ai «camp» di tennis, dalle sessioni di informatica ai gruppi di studio-lavoro di lingua straniera (preferenza per lo spagnolo, ma vanno fortissimo anche il cinese e il giapponese).” (F. Collenghi, Contro lo stress, yoga per i più piccoli, Salute di Repubblica, 6 aprile 2001, in www.kwsalute.kataweb.it) Ci avviciniamo alla conoscenza sin da quando siamo bambini e impariamo storia, arte, geografia, biologia, matematica... Perché non dovremmo imparare l’«arte del benessere» o l’arte dell’apprendimento, dello stare bene e vivere bene, sempre sui banchi di scuola? Se vogliamo “alimentare” nelle nostre scuole sia il benessere nutrizionale sia quello fisico, dobbiamo far comprendere come si comincia, sin da piccoli a fare, del “benessere”, uno stile di vita unico e indispensabile. Lo yoga non è… un succo di frutta Calcetto, basket, nuoto. Ma anche ginnastica ritmica o danza. Sono tutte attività molto amate da bambini e bambine e da ragazzi e ragazze, scelte qualche volta per emulare altri compagni o i campioni che vedono in tv. Ma a parte gli sport “classici”, dove si assiste a una selezione quasi naturale in base al sesso, ce ne sono altri, che sport non sono ma che coniugano bene movimento e benessere. 71