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3 Sapori di storie e libri per ragazzi “Tra la letteratura per l’infanzia e il cibo, l’alimentazione e anche la fame - scrive Antonio Faeti in «Pane a volontà», introduzione al catalogo Mangiami Bevimi (2) - ci sono forti, rilevanti connessioni. Sono, del resto, inevitabili, perché la fiaba, per esempio, non può mai sottrarsi a un’ipoteca onirica fatta di Paesi della Cuccagna, di colossali mangiate, di ventri orcheschi pronti a riempirsi dei poveri «cristianucci», capitati per caso in quel castello”. Del resto, per l’esperto di letteratura per l’infanzia Vinicio Ongini il lettore è un mangiatore di storie: “C’è una fame di storie, nei bambini e anche negli adulti, che ci avvicina davvero al cannibalismo. Si dice per esempio: «ho divorato un romanzo»” (3). E proprio Ongini ha pubblicato, di recente, un libro sull’attualità della fiaba nel mondo di oggi: la fiaba classica e la fiaba moderna, la fiaba di tradizione orale e la fiaba d’autore, ma anche la fiaba multietnica, che ci fa conoscere abitudini e costumi dei diversi Paesi di provenienza. Perché l’uso della fiaba, dei racconti o delle storie permette di “approfondire i rapporti tra patrimonio fiabesco e narrativo delle diverse culture del mondo, immaginario e migrazioni del nostro tempo, tra oralità, scrittura e rielaborazioni multimediali e musicali” (4). La letteratura, per non parlar del cinema e del teatro, è ricca di riferimenti alimentari, in tutti i tempi e in tutti i Paesi. Dall’Iliade al Don Chisciotte, dal libro Cuore ai romanzi di Salgari, da Mark Twain ai fumetti di Tex Willer, dal Tenente Colombo al commissario Maigret di Georges Simenon, da Gargantua e Pantagruel agli arancini di Montalbano, passando per le ricette di Pepe Carvalho, indimenticabile detective di Vásquez Montalbán. Perché, lo aveva ben compreso Salgari, il cibo è cultura, senza se e senza ma. Oggi che la fame è quasi scomparsa, almeno nei paesi ricchi, il cibo è spesso associato a mode o capricci, sintomo di disagio, ansia o addirittura depressione. Tra cibo reale e cibo virtuale, cibo immaginato o sognato, ingurgitato o rifiutato, la nostra società parla continuamente - e troppo - di cibo, diete, corpo. Allora, perché leggere e far leggere ai ragazzi, le fiabe e le favole, i miti e le leggende, i racconti e i romanzi? Perché la letteratura, anche nell’epoca della multimedialità e di Internet, consente di raccontare le emozioni, il sentimento. La letteratura non racconta gli aspetti scientifici del mangiare, del consumare, della vita che ciascuno di noi fa, ma il come, il dove, il cosa, il sapore, il ricordo… 33