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La “nuova” famiglia Ma vediamo quali sono i gruppi. Il primo, quello di frutta e ortaggi, comprende anche i legumi freschi, come i fagiolini, e rappresenta una fonte importantissima di fibra, di provitamina A (presente soprattutto in pomodori, peperoni, carote, melone, albicocche, ecc.), di vitamina C (soprattutto in pomodori, fragole, agrumi, kiwi, ecc.), di altre vitamine e di molti minerali, come il potassio. Inoltre, frutta e verdura contengono quei componenti minori (antiossidanti e altri), che svolgono una preziosa azione protettiva per l’organismo. È indispensabile che gli alimenti appartenenti a questo gruppo siano presenti tutti i giorni e in abbondanza sulla nostra tavola; non è difficile inserire frutta e verdura nei nostri pasti, perché la loro grande varietà consente le più ampie possibilità di scelta e di reperibilità in ogni stagione. Il gruppo cereali e tuberi comprende pane, pasta, riso, mais, avena, orzo, farro e patate. Questo gruppo deve essere presente ogni giorno sulle nostre tavole (meglio se con alimenti integrali perché più ricchi di fibra) e in più porzioni, poiché questi alimenti rappresentano la più importante fonte di amido, energia utilizzabile facilmente dal nostro corpo. Inoltre, alcuni di questi alimenti contengono vitamine del gruppo B e proteine che, associate ai legumi, costituiscono un pasto con un apporto proteico elevato e alto valore biologico, paragonabile alle carni. Il gruppo carne, pesce e uova fornisce proteine di alta qualità biologica, vitamine del complesso B e oligoelementi, in particolare ferro, zinco e rame. Ma attenzione, non tutti gli alimenti di questo gruppo sono uguali: tra le carni è meglio preferire quelle magre, sia bovine che di maiale, le bianche e il pesce. Meglio moderare il consumo di carni più grasse e di insaccati. Un uovo due-tre volte la settimana è consentito in soggetti sani. Gli alimenti di questo gruppo devono essere presenti nella nostra dieta poche volte la settimana, ad esclusione della carne rossa che dovrebbe essere consumata poche volte al mese. In questo gruppo, benché diversi per origine, andrebbero anche i legumi, perché fagioli, piselli, ceci e lenticchie, oltre alle notevoli quantità di amido e fibra, apportano nutrienti che sono anche nella carne, nel pesce e nelle uova, ovvero proteine, ferro e altri oligoelementi. Il gruppo latte e derivati comprende latte, yogurt, latticini e formaggi e fornisce il calcio in forma altamente biodisponibile, cioè facilmente assimilabile dal nostro organismo. Inoltre, questi alimenti contengono proteine di ottima qualità biologica e alcune vitamine (B2 e A). Il gruppo grassi da condimento comprende i grassi di origine vegetale, come l’olio extravergine d’oliva da preferire - e quelli di origine animale: burro, panna, lardo e strutto. Esaltano i sapori e apportano acidi grassi essenziali e vitamine liposolubili ma il loro consumo, soprattutto nel caso dei grassi animali, deve essere limitato per due motivi: forniscono molte calorie e, usati in eccesso, rappresentano un fattore di rischio per l’insorgenza di obesità, malattie cardiovascolari e tumori. Le allergie e le intolleranze alimentari Talvolta però non è sufficiente seguire le raccomandazioni nutrizionali degli esperti e alimentarsi in modo corretto per garantire il nostro benessere psico-fisico, in particolare in presenza di allergie e intolleranze alimentari. Tali disturbi, meglio definiti come reazioni avverse agli alimenti, sono in aumento ma i malati, nonostante le apparenze, sono pochi: secondo studi europei la percentuale sarebbe intorno al 7,5% nei bambini e al 2% negli adulti. Eppure sembra che allergici o intolleranti siano milioni. Il motivo è semplice: si è diffusa l’opinione, del tutto infondata, che le allergie alimentari siano responsabili di molti fenomeni di sovrappeso. Si ingrasserebbe perché si è “allergici” o “intolleranti” a qualche alimento e si dimagrirebbe eliminandolo dalla propria dieta. Questa diagnosi è infondata perché, al contrario, allergie o intolleranze possono provocare fenomeni di malassorbimento, che fanno dimagrire e non ingrassare. Inoltre, la diagnosi viene determinata utilizzando metodi di indagine non validati dalla scienza ufficiale - che li ritiene 18