Coop Politiche Sociali - Coop e Scuola Alimenta il tuo benessere | Page 17

1 mediterranea particolarissima: fornisce infatti un elevato apporto di fibra, acido folico, vitamine e antiossidanti naturali, ma anche di acidi grassi insaturi e un basso apporto di proteine animali. L’abitudine al consumo di cibi freschi, non lavorati o conservati, permette inoltre di limitare anche l’assunzione di sale, nitrati o altri conservanti potenzialmente dannosi per la salute. Sono anche molto importanti i metodi di cottura caratteristici del Mediterraneo, non troppo prolungati, che permettono alle vitamine di non deteriorarsi troppo. Questa alimentazione è sana e molti studi epidemiologici hanno mostrato che protegge dalle malattie cardiovascolari, facendo diminuire la mortalità e la frequenza con cui ci si ammala rispetto, per esempio, alle popolazioni del Nord Europa. Non è un caso che l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, e i singoli governi nazionali, nella propria politica alimentare e di prevenzione, propongano come modello alimentare proprio la dieta mediterranea. Ma è questa la dieta che seguiamo davvero? Purtroppo no, tanto che anche da noi sono in aumento tutte le patologie cronico-degenerative legate alla cattiva alimentazione. Come ne veniamo fuori? Cominciando a rispettare le Linee guida italiane. Sono dieci, semplici, un insieme di scienza e buon senso. Il problema però è che sono in tanti a conoscerle, ma quanto ad applicarle… Le Linee guida INRAN per una sana alimentazione Che cosa sono? Sono delle raccomandazioni utili a garantire il benessere psico-fisico. Ovviamente non ce ne sono di valide per tutti i Paesi, poiché ogni cultura ha tradizioni alimentari e gastronomiche molto diverse, legate anche al clima. Le Linee guida italiane, elaborate da un gruppo di esperti, forniscono dunque dei consigli di carattere generale da tradurre in comportamenti semplici, non informazioni dettagliate per fasce d’età o diete vere e proprie. La strategia è quella di sottolineare gli aspetti positivi di uno stile di vita salutare, minimizzando gli aspetti proibitivi e di censura dei comportamenti. Punto principale, questo davvero in comune con tutte le altre Linee guida elaborate nel mondo, da quelle giapponesi alle neozelandesi, è il controllo del peso corporeo. In molti casi si punta, più che alla riduzione, al mantenimento dello stesso peso nell’arco della vita, considerato obiettivo più a portata di mano. La prima edizione delle Linee guida (1986) fu consegnata a 23.000 medici di famiglia, che le distribuirono e spiegarono ai propri assistiti. Ma questi modificarono poi i propri comportamenti alimentari? Un’inchiesta dell’anno successivo, commissionata dall’INRAN alla Doxa, rivelò risultati lusinghieri: il 58% delle famiglie aveva effettivamente modificato le proprie abitudini. Poi è arrivata la revisione del 2003, l’ultima disponibile. Perché è stata fatta? Perché, nel tempo, i consumi e le abitudini alimentari cambiano ma si evolvono anche le conoscenze scientifiche sul ruolo dei singoli nutrienti e i relativi bisogni in una dieta equilibrata. Per questo motivo occorre rivedere periodicamente i con sigli, per potersi alimentare in maniera più consapevole e salutare e nel rispetto delle tradizioni e delle usanze gastronomiche del nostro Paese. La revisione 2003 si rivolge sia a chi desidera conoscere di più gli alimenti e il loro uso nell’alimentazione quotidiana, sia a chi vuole avere conoscenze più scientifiche sulle relazioni tra nutrizione e salute: un agile libretto diffuso tra i consumatori e disponibile anche on line (www.inran.it). In tutto si compone di dieci direttive. Eccole: Controlla il peso e mantieniti sempre attivo. 1. Più cereali, legumi, ortaggi e frutta. 2. 3. Grassi: scegli la qualità e limita la quantità. 4. Zuccheri, dolci e bevande zuccherate: nei giusti limiti. 5. Bevi ogni giorno ACQUA in abbondanza. 6. Il sale? Meglio poco.< 15