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10 Quinto passo: dividersi i compiti (bambini e ragazzi, scuola, famiglie, comune, comunità) Per promuovere l’autonomia occorre agire a più livelli, facendo sì che tutte le persone coinvolte svolgano il loro compito. Il comune dovrà pianificare alcuni interventi: dissuasione della velocità, messa in sicurezza di alcuni percorsi e attraversamenti, iniziative di presentazione degli interventi di tutela dei pedoni e dei ciclisti, serate informative per i genitori sull’educazione all’autonomia, la salute e la sicurezza. La scuola, dal canto suo, cercherà di accrescere le competenze dei più piccoli, per esempio nell’analizzare le possibili situazioni critiche che incontreranno sulla strada, ma dovrà anche attrezzarsi per accogliere un numero maggiore di biciclette e affrontare il problema del peso degli zaini. I genitori e i nonni si impegneranno in prima persona a organizzare uscite a piedi e in bici con i bambini e a partecipare a esperienze in/formative organizzate da scuola e comune. Bambini e ragazzi, e questo è il cuore del progetto, dovranno accrescere le loro competenze e abilità: imparando ad analizzare i contesti nei quali si muovono come pedoni e ciclisti, acquisendo la capacità di valutare le situazioni di pericolo e maturando anche fiducia nelle proprie capacità di fronteggiare situazioni difficili. In particolare sono suggeriti: sopralluoghi con gli adulti lungo i percorsi casa-scuola, esperienze di educazione stradale con la polizia municipale, laboratori della bicicletta ed esperienze in bicicletta con i genitori, per accrescere le loro abilità di pedoni e ciclisti. Sesto passo: il punto della situazione e la condivisione dei dati Con una grande festa si farà il punto della situazione, condividendo i risultati. Alla festa arriveranno tutti a piedi o in bicicletta (o al massimo parcheggeranno più lontano, se proprio non potranno rinunciare all’auto). Sarà il momento in cui i ragazzi presenteranno il loro lavoro, ma sarà soprattutto un momento di dialogo con il quartiere. L’obiettivo è condividere il senso del progetto, in un clima gioioso che eviti ogni richiamo al “catastrofismo” o al “sacrificio”. Sarà questo il momento per far comprendere chiaramente a tutti che promuovere insieme l’uso della bicicletta e della mobilità pedonale: – è un’esperienza gioiosa e appassionante, che in primo luogo arricchisce le relazioni sociali di piccoli e grandi e la conoscenza del proprio territorio; – aiuta a crescere (anche i grandi!); – fa bene alla salute; – fa bene all’ambiente; – fa bene alla scuola; – fa bene alla città! Settimo passo: il mobility management scolastico, l’organizzazione degli itinerari e delle forme di controllo, l’avvio dell’esperienza A questo punto si può partire: lo scopo del progetto è che cambi almeno un po' la cultura della mobilità e che ciascuno decida di usare meno l’automobile e più i piedi e la bicicletta nei suoi spostamenti quotidiani. Proprio per questo è bene però non affidarsi in questa fase allo spontaneismo. Il progetto scommette sul buon senso, sull’intelligenza e l’autonomia delle persone, adulti e ragazzi, tuttavia è importante che vi siano rapidamente risultati visibili, tali da incoraggiare le buone pratiche familiari, la responsabilizzazione e l’autonomia di ragazzi e ragazze. COME FARE? Classe per classe docenti e genitori esaminano la situazione. Le soluzioni possibili, da valutare in ragione del contesto urbano, dell’età e delle competenze dei ragazzi, sono varie. 127