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9 energica, lavoratrice accanita, ambiziosa e sicura di sé generalmente dorme poco, mentre chi si preoccupa facilmente, è insoddisfatto di sé, un po' nevrotico, creativo, tende a dormire per tempi più lunghi. Non c’è una durata del sonno ottimale, un tempo standard, è un fatto individuale e diverso da una persona all’altra. Importante è la qualità del sonno piuttosto che la quantità, che varia secondo le esigenze personali. C’è chi dorme 4 o 5 ore ed è riposato e chi ne dorme 9! Certamente, il fabbisogno di sonno diminuisce con l’avanzare dell’età. Non occorre, dunque, fare raffronti e preoccuparsi, basta conoscere i propri ritmi e le proprie esigenze e sentirsi bene e riposati il giorno successivo. Altrimenti, basta correggere l’orario e adeguarlo alle nostre esigenze fisiche. “La prima cosa da imparare dalla vita è seguire con criterio la propria natura“ (26). Quando perdiamo ore di sonno, si recupera facilmente il giorno successivo, proprio grazie alla capacità di autoregolazione del nostro organismo. I problemi nascono quando non è possibile riposare e soddisfare l’esigenza fisiologica (stress, orari di lavoro, ecc.). Studiando dei volontari privati del sonno per lunghi periodi, gli studiosi hanno scoperto che per vivere il corpo ha bisogno di dormire almeno due ore al giorno e l’orologio biologico ne determina anche il numero massimo: 15 ore. Un debito di sonno viene recuperato dal corpo con una sola notte di riposo. Un sonnellino pomeridiano (tipico nella nostra cultura mediterranea) può essere benefico, ma non può sostituire il sonno notturno. In ogni caso, non deve superare i trenta minuti: con un riposo più lungo si passerebbe al sonno profondo, col rischio di sentirsi peggio al risveglio. Sei un gallo o una civetta? Anche per il sonno, conta l’individualità. Insomma, a ciascuno il suo… sonno. La lunghezza del ciclo è personale, come i l colore degli occhi. Per fare un’indagine sul proprio sonno, bisogna attrezzarsi come un buon reporter con quaderno, matita o penna, orologio luminoso, bussola e, per far le cose in grande, un registratore. Dapprima si parte con un sonnellino pomeridiano: si va a dormire ai primi segni di sonnolenza, annotando l’ora, e si considera valida la prova se ci si sveglia naturalmente e in ottima forma. A quel punto, sapremo la durata del nostro ciclo di sonno (da un’ora e mezza a due ore). Per determinare l’intera durata del sonno notturno, la sera bisogna annotare l’ora in cui non si riesce a tenere gli occhi aperti e, la mattina, l’ora del risveglio. Dopo una settimana di osservazioni, possiamo sapere se siamo “mattinieri” o “notturni” e… accettarci come siamo. Chi si addormenta presto e si sveglia di buon’ora è gallo o gallina. Chi si addormenta tardi e si sveglia tardi è gufo o civetta. IL SONNO NELLA LETTERATURA Dalla notte dei tempi, è il caso di dirlo, gli uomini hanno considerato l’oscurità un momento misterioso, magico, pieno di incantesimi e sorprese. Nelle notti delle fiabe e delle leggende, i boschi pullulano di spiritelli, geni e folletti, streghe e maghi (26). Anche il mito abbonda di riferimenti al sonno e ai sogni. Per i Greci, il dio del sonno, Hypnos, viveva in una caverna dove non giungevano i raggi del sole e dove scorrevano le acque del Lete, il fiume dell’oblio. Hypnos era rappresentato come un bambino che aveva due ali sulle tempie, per proteggersi gli occhi chiusi. Suo figlio, Morfeo, era il dio dei sogni e poteva volare nei sogni degli umani assumendo qualsiasi aspetto volesse… E poi, molte avventure accadono durante il sonno: a Sansone Dalila taglia i capelli e lo priva della sua forza; Dio toglie una costola ad Adamo per creare Eva. “La vita è sogno” diceva Calderon de la Barca. Anche Shakespeare avrebbe qualcosa da aggiungere, in proposito. Dunque, il sogno è un viaggio avventuroso 117