Coop Politiche Sociali - Coop e Scuola Alimenta il tuo benessere | Page 11

gazzi e il 10,8 di ragazze. Il Bel Paese, un tempo regno della “dieta mediterranea”, si sta “americanizzando” (consumo di alimenti industriali ricchi di grassi, zuccheri e sale) e aumentano il diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, problemi respiratori, disturbi dell’apparato digerente, ipercolesterolemia, problemi psicologici. Tra pochi anni, saranno insostenibili i costi socio-sanitari derivanti dal sovrappeso e dall’obesità: a oggi, circa 23 miliardi di euro annui, per più del 60 per cento dovuti all’incremento della spesa farmaceutica e ai ricoveri ospedalieri. Gli italiani rischiano di perdere il record di longevità conquistato grazie alla “dieta mediterranea”, a causa delle malattie determinate dall’obesità e dal sovrappeso che ormai interessano un bambino italiano su tre. E, soprattutto, per la prima volta nella storia dell’umanità, i ragazzi di questa generazione potrebbero essere i primi ad avere una vita più breve dei propri genitori. Per promuovere sani stili di vita in un’ottica di medio e lungo periodo, è indispensabile iniziare fin dalle più giovani età e, quindi, con il contributo determinante della scuola. E le buone pratiche veicolate dal bambino possono incidere positivamente sull’intera famiglia, creando un circuito virtuoso scuola-bambino-famiglia-comunità. Consumatori intelligenti non si nasce, si diventa. Nella società dei consumi, i giovani vanno aiutati, in famiglia e a scuola, a prendere coscienza dei molteplici fattori e dei condizionamenti esterni che orientano le loro scelte alimentari e non. È quel che vogliamo continuare a fare: contribuire a trasmettere alle nuove generazioni i fondamenti di una corretta e sana alimentazione, di uno stile di vita basato sul movimento e sull’attività fisica variamente intesa. È troppo tardi per invertire la tendenza? È già una battaglia persa? Ovviamente ci auguriamo che non sia così. Il Ministero della Salute sta già predisponendo campagne di informazione, molte aziende alimentari cominciano a “convertirsi” al salutismo, eliminando per esempio ingredienti nocivi dalle loro preparazioni. Un grande passo avanti è stato fatto anche da molte scuole, dove non solo i menu del pranzo si sono arricchiti di alimenti biologici, verdure e legumi ma dove è stato fatto anche il passaggio successivo, quello della merenda sana, ben calibrata in quantità ed elementi nutrizionali. Ma l’obesità e i disturbi dell’alimentazione non sono problemi esclusivamente sanitari e un’efficace campagna di prevenzione non può e non deve sottovalutarne la valenza sociale. Non si possono lasciare la scuola e la famiglia sole di fronte a un problema che tocca aspetti che non dipendono dalla volontà dei singoli, come la struttura delle città. Non si va più a piedi, i piccoli non giocano più a palla nei cortili, invasi invece dai motorini, le grandi città non offrono strutture sportive a prezzi ragionevoli, a scuola non si riesce ad andare oltre la vecchia “educazione fisica”, le piazze e le aree un tempo dedicate al gioco sono ora occupate dalle auto. E così anche fare sport è diventato difficile. Contrastare questa emergenza è un grande sforzo innanzitutto di natura culturale, cui vogliamo contribuire assieme agli altri soggetti interessati, per continuare a pensare a un futuro di benessere per le nuove generazioni. Si tratta di un tema di grande rilevanza sociale, che sollecita atteggiamenti critici, senso di cittadinanza e partecipazione attiva. Occorre, perciò, coinvolgere in un impegno comune tutti gli attori responsabili di una corretta alimentazione di bambini e ragazzi. 9