Confluenze
esperienze di pesca a mosca
Foto di copertina:
“La marmorata di Pino”
di Andrea Fusetti
Un rapporto più naturale
Tra alti e bassi, siamo a fine maggio, sono arrivate le cheppie, cavedani e bass sono in frega,
è iniziata ufficialmente la stagione dei temoli dopo una lunga protezione invernale, le trote…
delle trote non so cosa scrivere, solo in certe regioni, ma a volte con poco impegno sono
state protette, anzi in alcune riserve non lo sono mai! Insomma, parliamoci chiaro, se sono
alloctone, devono essere predisposte ad essere poco rispettate. No kill invernali, riserve
speciali, no kill “promiscui” in cui è concesso insidiarle con qualsiasi tecnica, vermi, ancorette e
tanto altro che non oso nemmeno pensare (alla faccia dei no kill!).
In tutto questo coinvolgimento di pesca, non è che i moschisti siano dei santi, spesso, anzi, ne
inventano di nuove pur di convincere i pesci ad attaccare le esche che poco o nulla assomigliano a degli insetti. Sembra che tutto e tutti siano portati all’’eccesso delle cose, non è più
concepibile un equo e giusto rapporto con la natura (… mi sembra però che i pesci appartengano ad una specie naturale…), non è accettabile fare uscite di pesca senza catture certe, in
particolare in luoghi chiamati riserve ed è proprio qui che queste pretese diventano una
regola. Con questo, confesso che nemmeno io vado a pescare per leggere poesie, ma per la mia
mentalità e per il rispetto che ho insito, l’accettazione di un cappotto o giù di li, rientra nella
normalità anche se brucia sempre un po’.
Nelle riserve ricche di pesce, dove si cattura, le buone notizie si diffondono velocemente provocando fenomeni di eccessiva pressione piscatoria con danni alla popolazione ittica, all’ambiente e ripercussioni negative nel tempo. Pur con tutti i possibili crismi di rispetto e di tutela
verso questi pesci sacrificali, l’eccessivo stress nei recuperi, la poca o scarsa attenzione nei
rilasci, i tempi lunghi per immortalare la preda, l’eccessiva manipolazione e magari l’uso di
attrezzature al limite o non consentite, causano danni irreversibili. Mi è capitato di catturare e
constatare i danni fisici che siamo in grado di provocare con la nostra poca attenzione: cecità
parziali, bocche sformate, labbra strappate e molto altro e non è sia sempre colpa solo dei
cormorani! Non è sicuramente bello allamare pesci conciati così!
Confluenze 3