Confluenze Magazine Nt. 17 | Page 128

RED SPINNER Anche la RED SPINNER sta per raggiungere il suo primo secolo di vita, precisamente fu realizzata per la prima volta nel 1920 da Harry Powell, un barbiere del Galles appassionato fly tyer e pescatore a mosca. Nell’intenzione del suo ideatore, la Red Spinner voleva imitare lo stadio di spinner delle March Brown e delle Autumn Dun. Anch’essa fu tra i primi artificiali a comparire nelle mie scatole e fu anche uno di quelli utilizzati con maggiore frequenza. Sul finire anni’70 / inizi anni ’80 proprio la Red Spinner mi regalò tante emozioni pescando nei corsi d’acqua che allora potevo raggiungere con la mia vespa, quindi distanze comprese da Milano tra i 50 ed i 100 / 110 km. In particolare ricordo le numerose catture di trotelle sull’allora meraviglioso Margorabbia, corso d’acqua che scorreva in una Valcuvia ancora non così antropizzata e che sapeva regalare anche sorprese, ora (aimè) neanche pensabili, come incontri con lontre, volpi e in un’occasione, persino una copia di cicogne chissà da dove arrivate. Per non parlare dei numerosi torrentelli che allora insieme ad alcuni amici e compagni di pesca storici (Stefano Enea, Giorgio) battevamo nelle zone di Varese, Como, Lecco e Bergamo. In articolare sul Lambro quasi alle sue sorgenti, a Lasnigo, la Red Spinner ci regalava catture a gogò, certo, le taglie non erano certo da trofeo (20, 22 e poco più cm) ma il divertimento era garantito. Insomma, devo piacevoli ricordi a questo bell’artificiale, divertente anche da costruire e se ben realizzato dotato di buona galleggiabilità e visibilità. 128 Confluenze