Confluenze Magazine Nt. 17 | Page 33

Quindi, dopo aver fruito dei buonissimi servizi del posto avanzato, pennichella compresa in una camera bella fresca, decidiamo assieme a Nelson sempre più sconcertato ed incredulo, di tentare la pesca alle bicudas (Boulengerella maculata) durante il caldissimo e umido pomeriggio. Le bicudas sono dei pesci di forma allungata, con bocca a forma di becco, talmente guizzanti e vibranti da mettere a seria prova la resistenza delle canne. Vivono in branchi in acque rapide, ricche di ribollii e mulinelli, possono arrivare anche a pesare più di sette chili. La pesca è molto simile a quella delle cachorras, ma le mosche devono essere “molto piccole”... cinque/sei centimetri!! Dopo molti tentativi con mosche diverse ci siamo accorti che apprezzavano in modo particolare dei Clouser minnow di colore bianco e blu, ma le nostre scorte di questi colori erano molto limitate. L’unico problema di questa pesca è che abboccano nelle ore più calde della giornata, e starsene ancorati su una barca di metallo in mezzo al fiume senza un alito di vento e senza riparo dal sole per due o tre ore, è davvero impegnativo. La pesca è stata soddisfacente con una quindicina di esemplari di media a testa per i primi due giorni. Il terzo giorno sempre di pomeriggio, avendo esaurito le esche predilette, non ne abbiamo infilzata neanche una. Quelle catturate da noi non superavano i due chilogrammi. Di ritorno dalla giornata di pesca in entrambe le pousadas il gerente richiede alla guida il resoconto scritto delle catture del giorno. Questo monitoraggio costante permette uno “certo” controllo della popolazione ittica cosi da avere quindi un censimento che serve per studi e approfondimenti sulle varietà, quantità e qualità dei pesci, nonché come statistica dell’andamento della pesca nei luoghi in tempo reale. Inoltre è molto importante anche per i pescatori, così non hanno nessuna possibiltà di allungarsi i pesci a proprio piacimento. Io e Zé eravamo gli unici due pescatori con mosca tra i venticinque clienti di Mantega. Questo ci ha offerto il grande vantaggio di assenza di concorrenti, ma anche lo svantaggio della difficoltà nel trovare una guida che sappia governare la barca e trovare luoghi adatti per il nostro tipo di pesca. Pescare in due dalla barca sempre in movimento, richiede un certo tipo di affiatamento che si acquista dopo un certo tempo, bisogna conoscere bene il compagno ed il suo stile di pesca. Questo evita giornate storte o particolari tensioni che, per causa di forza maggiore, si creano tra persone che lanciano la propria esca per ore ed ore. Ma per me e Zé è un vero piacere pescare assieme, siamo molto diversi, ma funzioniamo. Confluenze 33