Confluenze Magazine Nt. 17 Numero 19 2016 | Page 4

etica ed una estetica nella pesca che poteva quasi sembrare un modo di vivere : questo era evidente a tutti , agli altri pescatori per primi . Il film di un regista di nome Robert Redford ha spiegato tutto ciò in modo poetico , ma oggi il mondo descritto in questo film probabilmente non esiste più , non solo in Italia ma negli stessi USA , questo appunto dovuto ad un approccio diverso alla pesca a mosca . Non è una casualità se la pesca “ moderna ” intesa in senso sportivo e non come lo era in passato , ovvero un modo per procacciarsi del cibo per la sopravvivenza , è nata proprio con la comparsa della pesca a mosca . I moschisti delle ultime generazioni si scandalizzano e spesso vedo che insultano ( sbagliando !) coloro che ancora trattengono del pescato , magari facendosi fotografare …. Non sanno che fino a metà anni ’ 80 ( ed anche ben dopo ) la pratica del NO KILL o rilascio del pesce era sconosciuta a tutti , moschisti inclusi . I moschisti più sensibili ed evoluti sotto l ’ a- spetto etico sportivo si limitavano nel numero delle catture e cercavano di trattenere pesci ( specie trote e temoli ) con misure superiori a quelle ridicole dei vari regolamenti di allora . Il primo “ movimento ” che comparve in Italia fu AUTODISCIPLINA , sorto a metà anni ’ 70 , i cui iscritti ( si arrivò allora intorno a 800 pescatori a mosca ) si impegnavano a trattenere al massimo 3 salmonidi al giorno con una misura di almeno cm 23 . Oggi tutto ciò fa sorridere , ma allora si potevano trattenere 8 / 10 salmonidi al giorno con misure minime comprese tra i 18 ed i 20 cm , quindi è facilmente intuibile la portata rivoluzionari e dirompente che ebbe in quegli anni sul mondo della pesca e dei pescatori . Poi grazie alla nascita dell ’ UNPEM ( Unione nazionale Pescatori a Mosca ) comparve e si diffuse sempre più il NO KILL , il cui simbolo del rilascio , anche se nessuno o quasi è al corrente , appartiene proprio a questa associazione di moschisti . Oggi tutti danno per scontato questa pratica , la applicano persino nelle gare con le esche naturali , ma chi ha un po ’ di anni sulle spalle ben si ricorda le resistenze di molte associazioni locali e alcune molto importanti a livello nazionale contro questa pratica . Ma ormai è da anni che tutto ciò si è spento , l ’ avvicinarsi alla tecnica della pesca a mosca ormai non si differenzia da altre tecniche , la cosa che ormai interessa è il catturare a tutti i costi , non importa come e dove . Purtroppo oltre ad aver imbarbarito la pesca a mosca non più diversificandola dalle altre tecniche , ha comportato una minore attenzione alla cosa principale e più importante di qualsiasi attrezzatura e artificiale : LE NOSTRE ACQUE . Ben pochi seguono i nostri fiumi , torrenti e laghi e ancora meno sanno dei rischi mortali che li stanno minacciando : una volta era l ’ inquinamento , disastroso in alcuni casi , ma ora quello che si prospetta entro tempi medio brevi è ancora peggio : LA CAPTAZIONE INDI- SCRIMINATA DI ACQUE ANCHE IN LUOGHI DI ALTA MONTAGNA . C ’ è un fiorire di richieste ovunque , sia sull ’ arco alpino che appenninico , di costruzione di centraline elettriche , anche su affluenti di
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