Confluenze Magazine Nt. 17 N°7 Anno 2 2014 | Page 52

ALBA SUL KITIMAT Alle prime luci effettuiamo il guado di un piccolo braccio del Kitimat River e arriviamo sul bank. A monte della pool, il fiume piega verso destra in un breve raschio. Davanti a noi una lama di corrente di circa 300 metri di lunghezza è l’ideale per pescare a due mani con la tecnica dell’underhand. Intorno solo foresta e un numero imprecisato di aquile calve che ci sfilano di fronte. Piove leggermente e il Kitimat, gonfio e sinuoso, scivola fiero verso l’oceano. Montiamo le nostre “due mani” con la massima accuratezza e ci posizioniamo. Adesso dobbiamo solo sperare nella risalita. Osserviamo delfinare alcuni pesci proprio davanti a noi e questo genera ulteriore frenesia nel gruppo. Iniziamo l’azione di pesca entrando con cautela in acqua. Troviamo una linea ottimale intorno ai 22/24 metri, là dove la corrente principale si smorza un poco. La distanza non impegnativa rende il lancio molto piacevole e facilita la distensione della lenza. Sentiamo la coda saltellare tra i sassi del fondo sostenuta dalla corrente, fino alla “pennellata” prima della deriva. Passano solo pochi minuti e un urlo eccitato rompe l’aria. Ci giriamo ed una canna è piegata fino al sughero con un probabile grosso Chum che si è lasciato tentare. Il pesce non salta. Tiene con prepotenza la corrente, la risale per un tratto poi la ridiscende. Ci fermiamo tutti per vePulci di mare sul fianco di una femmina di Chum sono garanzia di una risalita molto recente Fresh Confluenze 52