La profondità varia dal
metro d’acqua della sorgente ai dieci metri delle
buche più profonde, dove
si nascondono le trote più
belle e smaliziate. A proposito di queste ultime, si
tramandano leggende di
sorprendenti ed inaudite
catture, che in passato si
succedevano con insolita
frequenza, ma che attualmente, per molteplici ragioni, soprattutto a causa
della forte pressione dei
pescatori, non esclusi
quelli locali, un tempo inesistenti, avvengono più raramente. Resta comunque
il fatto che qualche buona
cattura il Gacka, ancora
oggi, è in grado di regalarla, infatti la lunghezza
media della trota è di 40
centimetri ed il peso di
800 grammi; occorre inoltre rimarcare che, a differenza di quanto sempre
più spesso accade in alcune ben note “riserve”
nostrane, si tratta di pesce
di qualità, dotato, pensate
un po’, di coda e buone
pinne: dunque Otocac rimane sempre una meta
da frequentare, anche
perché i livelli del fiume,
anche dopo forti piogge,
non variano di molto e
l’acqua è sempre trasparente o al massimo un
poco velata. In primavera
ed in autunno, quando ci
è capitato di frequentare
questo corso d’acqua
croato, abbiamo sempre
potuto constatare una
buona presenza di trote
iridee e fario autoctone,
frutto degli allevamenti
che, a poca distanza dal
fiume, vengono rigorosamente gestiti e controllati
dagli esperti delle istituzioni statali croate.
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