Testo di Pino Messina
Foto di Corrado Corradini, Pino Messina, Stefano Baggi
Durante i freddi mesi invernali, quando, sia per motivi riproduttivi nonché legali, la
pesca ai salmonidi non risulta possibile nella stragrande maggioranza dei corsi d’acqua alpini ed appenninici, una validissima alternativa è rappresentata dalla pesca in
alcuni bacini artificiali. Durante i lunghi periodi invernali alterno battute di pesca agli
aspi dei grandi fiumi del piano a memorabili pescate tra amici in alcuni di questi bacini, tendenzialmente votati alla pesca con esche artificiali. Personalmente, preferisco evitare le cosiddette cave o laghetti particolarmente affollati, nonché poco
piacevoli alla “vista”; non amo infatti pescare i quei bacini con sponde cementificate,
create a vantaggio della comodità di alcuni pescatori la cui finalità è meramente
quantitativa piuttosto che qualitativa. A questi ultimi preferisco bacini naturalizzati,
caratterizzati da gestioni oculate sia dal punto di vista logistico che ambientale. In
Italia esistono diverse realtà in grado di far divertire anche i pescatori a mosca più
sofisticati, realtà presenti lungo l’intera penisola.
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