Nonostante l’acqua, sulla linea di pesca, sia profonda poco più di un metro, la corrente è molto
veloce e mi costringe a cambiare coda due volte.
Alla fine, trovo un assetto accettabile utilizzando
un corto e superaffondante BigBoy della Rio da
650 grains, al quale collego direttamente il finale
in nylon (0,45 mm nella sezione terminale). Peschiamo a diverse distanze e con tecniche diverse, ma purtroppo non c’è risalita e nelle prime
due ore allamiamo solo alcuni Pink.
Decido di insistere su una linea a circa 24/25
metri di distanza. Lanciando in double spey, proprio di fronte a me e ribaltando immediatamente
a monte, riesco a trovare una splendida azione di
pesca, in quello che io definisco l’ultimo quadrante (sostanzialmente gli ultimi 45 gradi prima
della deriva finale). Se pesco con attenzione, riesco a passare immediatamente al di la un grosso
masso sommerso che potrebbe facilmente dare
riposo a pesci in risalita. A volte però, tutte le teorie vengono vanificate, perché questi pesci sono
davvero imprevedibili: lancio ancora, lievemente
a monte, ribalto e non faccio neppure in tempo a
seguire la coda nella sua discesa verso il fondo,
quando una violenta abboccata mi sveglia dal
mio torpore! Una posizione strana e sorpren-