Interviste
In termini di approccio ai bandi le imprese dovranno rivedere
in modo radicale le modalità o si tratterà solo di un’evoluzione
delle procedure attuali?
Come detto non si tratta ancora di scelte definitive ma probabilmente
per le imprese non vi saranno grandi cambiamenti,
saranno infatti chiamate a partecipare a bandi con l’unica differenza
che, anziché essere questi ultimi gestiti direttamente
dalla Commissione Europea – che stanzia un budget, definisce
nel workprogram le call, i contenuti, le specifiche e
chiama i soggetti a partecipare – le Partnership saranno dei
contenitori con risorse economiche gestite direttamente dagli
Stati membri. Ogni Partnership sarà guidata da un board
in cui saranno presenti i Ministeri e le regioni degli Stati che
vi hanno aderito, con un più stretto collegamento con gli interessi
e le priorità degli Stati membri stessi e delle regioni; un
fatto non da poco quando si parla di città e territori.
Un differente meccanismo operativo che però, come detto,
non dovrebbe comportare per le imprese significativi cambiamenti;
eliminati una serie di passaggi, committenti diventeranno
proprio gli Stati membri con interventi quindi più immediati
e mirati, potendo le Nazioni confrontarsi tra loro e
decidere su cosa indirizzare gli investimenti.
Secondo punto importante. Il numero di partnership in discussione
in questo momento è elevato, si parla addirittura di 49,
non solo naturalmente nel campo dell’energia. Una in particolare
potrebbe interessare molto chi si occupa di Smart City
& Communities; è denominata “Driving Urban Transition to a
Sustainable Future” (DUT) che si trova in una fase già molto
avanzata. Questa Partnership (di tipo co-founded ) dovrà essere
approvata con un meccanismo autorizzativo che durerà
tutto questo anno (e siamo abbastanza certi che sarà approvata),
verrà avviata con fondi degli Stati europei stimati in cir-
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CITY LIFE MAGAZINE N° 50