Interviste
Il Set Plan aveva riconosciuto come prioritario l’ambito delle
Smart City & Communities definendola key action al pari di
quelle legate all’efficienza energetica, alle rinnovabili e alle
Smart Grid; il risultato che ne è scaturito ha portato all’individuazione
dei Positive Energy District (PED) di cui abbiamo
parlato qualche mese fa all’interno degli incontri dedicati al
progetto Smart Land Italia.
Ci si è però accorti che come era stato impostato il programma
Horizon nella fase iniziale – cioè di finanziare grandi progetti
a livello urbano andando a intervenire su intere città con iniziative
molto complesse e strutturate – risultava poco incisivo,
dato il rapporto tra dimensioni così elevate e risorse limitate.
Proprio a seguito di questa esperienza è emersa l’idea di
concentrare gli sforzi sui distretti, sui quartieri, sulle Smart
Land, sulle zone che possiamo definire sub-urbane. Insomma,
ambiti più contenuti e caratterizzati, sia in termini di consumi
energetici che di mobilità, su cui andare a investire e
sperimentare con politiche di investimenti anche in tecnologie
a elevata connotazione digitale.
Il lavoro è ancora in corso, il Set Plan non ha scadenze, è un frame
che dura nel tempo e si rinnova continuamente, sicuramente
un risultato apprezzabile ma ora ci troviamo, come detto, in
un momento di transizione verso il programma Horizon Europe.
Che presenta una novità sostanziale. A differenza del programma
precedente, non sarà più completamente focalizzato
sulla costituzione di consorzi, con bandi ai quali si presentano
aggregazioni costituite da imprese, enti, utility, università;
ma sarà basato su Partnership, centrali nel nuovo programma
quadro e divise in tre tipologie: istituzionali, co-programmed
e co-founded. Alla base della prima vi saranno temi alti, forti,
di tipo politico e strategico; nelle seconde sono previsti
partenariati pubblico-privato tra la Commissione e partner
pubblico e/o privati, nelle terze gli Stati membri stabiliranno
in base alle proprie possibilità un budget di risorse e un programma
di attività che gestiranno in maniera autonoma.
Seppure tutto sia ancora in via di definizione va comunque
sottolineato che la novità di questo meccanismo, basato sulle
Partnership, risiede nel fatto che ogni Paese stanzierà un
budget con il quale si gestiranno in autonomia bandi, workshop,
sviluppo dei progetti e quant’altro. Vi sarà dunque una
gestione congiunta tra più soggetti perché i fondi saranno
conferiti dagli Stai membri ma anche le regioni potranno contribuire
con i fondi di coesione.
Diciamo che in linea di massima questo è lo schema che si
prefigura per i prossimi sette anni.
N° 50 CITY LIFE MAGAZINE
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