City Life Magazine 50 | Page 5

Interviste Il Set Plan aveva riconosciuto come prioritario l’ambito delle Smart City & Communities definendola key action al pari di quelle legate all’efficienza energetica, alle rinnovabili e alle Smart Grid; il risultato che ne è scaturito ha portato all’individuazione dei Positive Energy District (PED) di cui abbiamo parlato qualche mese fa all’interno degli incontri dedicati al progetto Smart Land Italia. Ci si è però accorti che come era stato impostato il programma Horizon nella fase iniziale – cioè di finanziare grandi progetti a livello urbano andando a intervenire su intere città con iniziative molto complesse e strutturate – risultava poco incisivo, dato il rapporto tra dimensioni così elevate e risorse limitate. Proprio a seguito di questa esperienza è emersa l’idea di concentrare gli sforzi sui distretti, sui quartieri, sulle Smart Land, sulle zone che possiamo definire sub-urbane. Insomma, ambiti più contenuti e caratterizzati, sia in termini di consumi energetici che di mobilità, su cui andare a investire e sperimentare con politiche di investimenti anche in tecnologie a elevata connotazione digitale. Il lavoro è ancora in corso, il Set Plan non ha scadenze, è un frame che dura nel tempo e si rinnova continuamente, sicuramente un risultato apprezzabile ma ora ci troviamo, come detto, in un momento di transizione verso il programma Horizon Europe. Che presenta una novità sostanziale. A differenza del programma precedente, non sarà più completamente focalizzato sulla costituzione di consorzi, con bandi ai quali si presentano aggregazioni costituite da imprese, enti, utility, università; ma sarà basato su Partnership, centrali nel nuovo programma quadro e divise in tre tipologie: istituzionali, co-programmed e co-founded. Alla base della prima vi saranno temi alti, forti, di tipo politico e strategico; nelle seconde sono previsti partenariati pubblico-privato tra la Commissione e partner pubblico e/o privati, nelle terze gli Stati membri stabiliranno in base alle proprie possibilità un budget di risorse e un programma di attività che gestiranno in maniera autonoma. Seppure tutto sia ancora in via di definizione va comunque sottolineato che la novità di questo meccanismo, basato sulle Partnership, risiede nel fatto che ogni Paese stanzierà un budget con il quale si gestiranno in autonomia bandi, workshop, sviluppo dei progetti e quant’altro. Vi sarà dunque una gestione congiunta tra più soggetti perché i fondi saranno conferiti dagli Stai membri ma anche le regioni potranno contribuire con i fondi di coesione. Diciamo che in linea di massima questo è lo schema che si prefigura per i prossimi sette anni. N° 50 CITY LIFE MAGAZINE 5