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CITY LIFE MAGAZINE N.39
sione gli indici di qualità tecnica previsti da
ARERA (Autorità di Regolazione Energia Reti
e Ambiente).
Il dibattito tra open source e sistemi di
proprietà è sempre all’ordine del gior-
no. Come si possono sfatare alcuni
miti, come dare oggettività nel giudica-
re cosa sia meglio adottare a fronte di
quali servizi? Ci pare sia un tema irrisol-
to e a volte dibattuto a sproposito.
L’idea che il software open source e quello
proprietario siano in contrapposizione è da
tempo superata; l’importante è scegliere la
soluzione migliore per il problema da affron-
tare, considerando tutti gli elementi in gioco.
Diversi sondaggi hanno verificato che l’80%
degli utilizzatori di software OpenSource lo
usa perché “è gratis” non per la disponibi-
lità del codice sorgente, immaginando in
questo modo di ridurre le spese di progetto,
senza considerare tutti gli aspetti. Come in-
fatti consigliato in vari documenti dell’AgID
e anche della Comunità Europea, la scelta
di un software deve tenere in considerazio-
ne i costi iniziali ma anche la manutenzio-
ne nel tempo, l’interoperabilità, il supporto,
l’assistenza che, contrariamente a quanto
si crede, costituiscono il maggior costo di
un progetto. Uno dei miti più diffusi è che
la disponibilità del codice sorgente renda il
software più interoperabile: in realtà non è
così, perché è la disponibilità di interfacce
che rispettino standard di mercato e legisla-
tivi che permettono a un software di essere
interoperabile. Un altro mito è quello del co-
siddetto “lock-in”: l’uso di un software pro-
prietario costringerebbe l’utente a legarsi a
quello specifico fornitore; in realtà questo è
vero qualunque sia il software utilizzato, per-
ché gli investimenti fatti sul software vinco-
lano all’utilizzo di quella tecnologia, sia essa