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CITY LIFE MAGAZINE N.37
modelli e puntare al digital twin. I clienti,
specialmente i più grandi, lo richiederanno
molto presto. Una ragione potrebbe esse-
re o un avanzato livello di progettazione con
tempi di realizzazione più brevi dall’idea al
prodotto rilasciato o la riduzione dei costi.
Possono sussistere anche ragioni di traspa-
renza, riduzioni dei rischi o per casi d’uso
quali manutenzione efficiente e gestione del-
le modifiche.
Il prerequisito per un processo “batch size
1”, o almeno molto flessibile, è ovviamente
il pieno controllo fisico sullo stesso proces-
so di produzione. Nel caso di un costruttore
di macchine di successo, questo è proba-
bilmente già dato per scontato. Ma poi, dal
punto di vista del cliente, l’attenzione per la
differenziazione delle prestazioni della mac-
china passa da nuovi requisiti fondamentali
più focalizzati sulla connettività e sull’orien-
tamento ai servizi:
• Autonomia, riconfigurabilità e agilità (plug-
and-produce)
• Cross-linking / networking e reti locali e
globali
• Interoperabilità tra diversi sistemi di con-
trollo e diverse soluzioni cloud
• Dipendenze di runtime modificabili dinami-
camente
• Gestione di diversi PLC
• Introduzione del paradigma di servizio
nell’automazione della produzione (servizio
di produzione)
Il ciclo di vita di un sistema di produzione
trasformato digitalmente inizia con il proces-
so di ingegneria. E se la dimensione del lotto
1, economicamente efficiente, è il sogno di
qualsiasi esperto di tecnologia produttiva, lo
sono anche i digital twins per gli ingegneri.
Forse questo è il motivo per cui i digital twins
vengono così spesso nominati insieme a In-
dustria 4.0. Il problema chiave di un digital
twin è quello di essere in grado di progettare,
simulare, testare e commissionare una mac-
china o un intero sistema di produzione in
un ambiente virtuale puro in anticipo e sen-