City Life Magazine 37 | Page 27

SMART CITY E SMART LAND o nel rispetto di una normativa nazionale che lo impone, come la Danimarca, la Francia, la Slovacchia e il Regno Unito. Mentre in ge- nerale un forte contributo a considerare la questione dei cambiamenti climatici in am- bito urbano è discesa dalla partecipazione a network internazionali come il Patto dei Sin- daci (Covenant of Mayors). Una di queste è proprio l’Italia (tra le maggiori firmatarie di questo network insieme alla Spagna) in cui su 76 città analizzate ben 58 sono risultate firmatarie del Covenant of Mayors. Guardando al futuro, quindi, ci si aspetta dalle città un maggiore impegno, anche perché il clima è di fatto già cambiato e sembra non ci sia più tempo per tenten- namenti. I dati Nasa sull’andamento della 27 temperatura media globale, in fondo, lo confermano continuamente. Il 2017 è sta- to il secondo anno più caldo dopo il 2016. E ormai l’attenzione anche dei media sugli effetti della “febbre globale” non si limitano più alla sola osservazione dell’arretramento dei ghiacciai e delle calotte polari (già di per se gravissima!) ma scende anche e soprat- tutto sui territori, e sulle conseguenze eco- nomiche e sociali degli effetti indesiderati del clima che cambia in maniera sempre più imprevedibile. Non sorprende che di solo “cambiamento” climatico in ambito scientifico internaziona- le si parli sempre meno. Al termine climate change, di fatto, si preferisce climate disrup- tion (sconvolgimento climatico), più adatto per definire qualcosa che si modifica sì, ma in modo innaturale, pericoloso, indesiderato e soprattutto in maniera troppo impondera- bile. A tal proposito basta pensare all’onda di dieci metri che ha abbattuto la diga del porto di Rapallo lo scorso autunno (tra l’al- tro uno dei luoghi simbolo del diportismo di lusso italiano) riducendolo in un cimitero di imbarcazioni, spinte dalla forza di un mare privo ormai di barriere, ammassate l’una sull’altra. O alle migliaia di alberi dell’altopia- no di Asiago rasi al suolo (c’è chi paventa il 10% del patrimonio boschivo di Veneto e Trentino Alto Adige) dalla forza di un vento mai visto nella storia di quei luoghi. O anche davanti alla tragica vicenda dell’allagamento della casa di Casteldaccia vicino Palermo in cui hanno perso la vita due intere famiglie. Eventi tutti drammatici e insoliti che si sono susseguiti in 3-4 giorni frutto di un sconvol- gimento climatico che trova proprio nell’area Mediterranea una delle zone di più elevata vulnerabilità al Mondo.