City Life Magazine 36 | Page 25

SMART CITY E SMART LAND 25 La città diffusa può essere smart? Le aree urbane a bassa densità hanno fino- ra significato un utilizzo pro capite di energia per la mobilità molto più elevato di quello tipi- co delle aree ad alta densità per la prevalenza della modalità privata (automobile). Per ridurre l’impatto ambientale la risposta di governan- ce che in teoria va per la maggiore è quella di favorire gli addensamenti, partendo dai divie- ti di nuove costruzioni (le normative contro il consumo di suolo promosse anche dalla UE). Ricostituendo nuclei urbanizzati densi – pare il ragionamento – diventa possibile adottare la tradizionale risposta alla richiesta di mobilità, ossia il trasporto pubblico, e versioni “light” di alcune delle risposte nuove, come il noleggio a brevissimo termine. La motivazione profonda che favorisce la dif- fusione urbana però persiste: la cosiddetta “fuga dalla rendita”, ossia ricerca di costi più bassi per gli insediamenti abitativi ed econo- mici. Le ricerche scientifiche hanno dimostrato la correlazione diretta tra livello dei costi di in- sediamento e limiti (urbanistici, ambientali, alla mobilità) esistenti e che densità e limiti vanno di pari passo. La via d’uscita che è emersa a Future Mobility Week è la tecnologia. Per fare alcuni esempi meno tradizionali: robotaxi a guida autonoma; Mobility as a Service estesa a tutti i compo- nenti modali, comprese aree di sosta e di rica- rica, con garanzia del livello di servizio (preno- tazione posto e ri-schedulazione automatica); pianificazione dei percorsi con aggiornamento in tempo reale direttamente in-vehicle; utilizzo della terza dimensione (droni per il trasporto di persone e merci). Fmweek.it