City Life Magazine 36 | Page 24

24 CITY LIFE MAGAZINE N.36 nella versione più recente a FMW, evidenzia però che il potenziale della smart mobility non è sfruttato appieno da nessuna città. AD Little ricava un Mobility Index partendo da 27 criteri, cui sono attribuiti pesi variabi- li. Solo il 10% delle città esaminate supera il valore di 50, il massimo (59,3) è attribu- ito a Singapore, che è una città stato con un territorio limitato e una densità abitativa molto alta (oltre ad avere un governo di tipo paternalistico-autoritario). AD Little spiega la performance bassa della maggior parte delle città che vorrebbero es- sere smart, nonostante i passi avanti com- piuti su molti indicatori (vedi slide), con la mancata integrazione delle azioni sulla mobi- lità con altri ambiti di governance. Ci voglia- mo soffermare su uno di questi, che dopo diversi anni sembra tornato alla ribalta, la pianificazione territoriale. In termini sintetici, si tratta di spostare l’attenzione dal percorso da A a B individuando il perché qualcuno o qualcosa (il trasporto merci sta esplodendo in ambito urbano) necessita di andare da A a B. Per restare in Italia, gli ultimi quarant’an- ni hanno visto la crescita della dispersione urbana, prima seguendo le direttrici stradali e poi riempiendo gli spazi intermedi. La di- spersione ha interessato (e interessa) sia le abitazioni che gli insediamenti economici e abbassa drasticamente sia la densità che la possibilità di aggregare le esigenze di spo- stamento (non dimenticando che siamo in una società senza orari e a lavoro diffuso). Il fatto che ogni giorno, per esempio, entrano ed escano da Milano circa 800.000 persone non residenti, fa dimenticare che i flussi di spostamento nell’ambito milanese non sia- no “periferia-centro e viceversa a orari fissi”, ma “policentrici e a orari e schemi variabili”.