City Life Magazine 36 | Page 23

SMART CITY E SMART LAND 23 Trip Patterns in Monocentric and Polycentric Cities zione sono destinati a fallire se non si capisce perché le persone si muovono e quali sono i fattori che portano a scegliere un percorso o una modalità piuttosto che un’altra. L’avvento di una società in cui per molti gli orari e i luoghi di lavoro non sono più fissi non fa che rende- re la comprensione più urgente, altrimenti gli obiettivi individuali di mobilità e quelli collettivi entrano in collisione e il risultato può essere devastante, sia per gli individui che per la col- lettività. Un’occhiata alle due tabelle fornisce l’idea della complessità da affrontare per tro- vare soluzioni efficienti. Gli obiettivi della collettività sono i driver che devono portare all’adozione di provvedimen- ti di smart mobility da parte delle autorità di governance (in Italia, Comuni e Regioni). Fino ad oggi, le pratiche più diffuse si sono basate sulla limitazione della mobilità: pedonalizzazio- ne, ZTL basate su diverse, e a volte divergenti, filosofie (riduzione del particolato vs riduzione della congestione, che portano per esempio a penalizzare il metano e il GPL), pedaggi, aumento del costo della sosta. Più limitate le azioni in positivo, come l’incoraggiamento alla diffusione di servizi di noleggio a brevissimo termine di automobili e biciclette (impropria- mente definito sharing) e della mobilità elettri- ca individuale con l’installazione di colonnine di ricarica. La tendenza emergente è la mobilità come servizio (MaaS, Mobility as a Service), che si traduce nella possibilità tramite una tes- sera unica di accedere a tutti i servizi di mobi- lità, quasi sempre solo quelli pubblici, presenti in un certo territorio, che coincide con un’area metropolitana o in alcuni casi una regione. La smart mobility non è abbastanza smart La ricerca periodica, iniziata nel 2010, che la società di consulenza Arthur D. Little effet- tua sull’indice di mobilità dei maggiori agglo- merati urbani a livello mondiale, presentata