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CITY LIFE MAGAZINE N.36
apertura del documento di nuova identità da
creare o ritrovare, perché sia possibile scor-
gerne i tratti in un lasso di tempo medio (3
anni) serve un piano continuativo e concepi-
to con un mix di strumenti.
Il problema culturale è al centro del lavoro
che ci apprestiamo a intraprendere; c’entra
con i temi dell’innovazione e dei modelli di
business per le imprese, con la conoscenza
di nuove forme contrattuali come i PPP per i
Comuni, con la sostenibilità economica di un
nuovo modo di fare agricoltura e via dicendo.
Ma ancor più ha a che fare con quello che i
cittadini potranno incontrare e veder realizzato
nei propri quartieri, nel ripensamento di spa-
zi pubblici come piazze, scuole o biblioteche;
con l’incontro tra arte, teatro, creatività e citta-
dini stessi; con la rigenerazione sociale e urba-
na grazie anche semplicemente all’introduzio-
ne di verde sui balconi di case degradate.
Una cintura alcuni elastici
Fondazione Prada diventa museo diffuso su
tutta la nostra Smart Land; gli agricoltori fan-
no accordi con i distretti industriali per un km
corto di prodotti di qualità da portare nelle
mense delle imprese. Creare un continuo
elastico tra soggetti per muovere eccellen-
ze, per scambi a più livelli. San Giuliano crea
un elastico con il mondo dell’arte contem-
poranea, della musica; il verde urbano non
basta servono luoghi d’incontro e un pro-
getto culturale di qualità. La rigenerazione
arriva da quello che c’è intorno, che è vici-
no, attraverso uno scambio dove nessuno è
subordinato all’altro.
Una cintura che potrebbe unire anche attra-
verso la costituzione di un luogo permanen-
te: Smart Land South City Innovation Hub
potrebbe essere il contenitore di idee che si
muove su temi fondamentali (i “mestieri” per
esempio raccontati da testimonial in grado
di comunicare che è ancora possibile fare...).
Prime conclusioni
Smart Land South City deve ambire a diven-
tare luogo di scambio e cultura da tradurre
in concretezza negli interventi. Un percorso
complesso – che incrocia interessi a volte di-
versi e spesso divergenti – ma possibile.
Che dovrà vedere il coinvolgimento anche
di soggetti internazionali (BEI, Freunhofer
Innovation Istitute per esempio) in grado di
supportare una progettualità evoluta nella
trasformazione in risorse economiche.
E con un’ambizione: portare quest’esperien-
za in altre aree dell’area metropolitana. Per
creare nuovi centri situati nel verde della bel-
la campagna lombarda in dialogo soprattut-
to con le cittadine dell’hinterland milanese,
spesso in difficoltà ma che possono ritrovare
identità spostando il proprio centro di gravità
dove è più facile e naturale trovarlo.
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