City Life Magazine 36 | Page 18

18 CITY LIFE MAGAZINE N.36 apertura del documento di nuova identità da creare o ritrovare, perché sia possibile scor- gerne i tratti in un lasso di tempo medio (3 anni) serve un piano continuativo e concepi- to con un mix di strumenti. Il problema culturale è al centro del lavoro che ci apprestiamo a intraprendere; c’entra con i temi dell’innovazione e dei modelli di business per le imprese, con la conoscenza di nuove forme contrattuali come i PPP per i Comuni, con la sostenibilità economica di un nuovo modo di fare agricoltura e via dicendo. Ma ancor più ha a che fare con quello che i cittadini potranno incontrare e veder realizzato nei propri quartieri, nel ripensamento di spa- zi pubblici come piazze, scuole o biblioteche; con l’incontro tra arte, teatro, creatività e citta- dini stessi; con la rigenerazione sociale e urba- na grazie anche semplicemente all’introduzio- ne di verde sui balconi di case degradate. Una cintura alcuni elastici Fondazione Prada diventa museo diffuso su tutta la nostra Smart Land; gli agricoltori fan- no accordi con i distretti industriali per un km corto di prodotti di qualità da portare nelle mense delle imprese. Creare un continuo elastico tra soggetti per muovere eccellen- ze, per scambi a più livelli. San Giuliano crea un elastico con il mondo dell’arte contem- poranea, della musica; il verde urbano non basta servono luoghi d’incontro e un pro- getto culturale di qualità. La rigenerazione arriva da quello che c’è intorno, che è vici- no, attraverso uno scambio dove nessuno è subordinato all’altro. Una cintura che potrebbe unire anche attra- verso la costituzione di un luogo permanen- te: Smart Land South City Innovation Hub potrebbe essere il contenitore di idee che si muove su temi fondamentali (i “mestieri” per esempio raccontati da testimonial in grado di comunicare che è ancora possibile fare...). Prime conclusioni Smart Land South City deve ambire a diven- tare luogo di scambio e cultura da tradurre in concretezza negli interventi. Un percorso complesso – che incrocia interessi a volte di- versi e spesso divergenti – ma possibile. Che dovrà vedere il coinvolgimento anche di soggetti internazionali (BEI, Freunhofer Innovation Istitute per esempio) in grado di supportare una progettualità evoluta nella trasformazione in risorse economiche. E con un’ambizione: portare quest’esperien- za in altre aree dell’area metropolitana. Per creare nuovi centri situati nel verde della bel- la campagna lombarda in dialogo soprattut- to con le cittadine dell’hinterland milanese, spesso in difficoltà ma che possono ritrovare identità spostando il proprio centro di gravità dove è più facile e naturale trovarlo. Consulta il programma