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Industria 4.0 si basa infatti sull ’ interazione tra profili professionali anche molto diversi : dai programmatori , a ingegneri di diversa estrazione ( di produzione , meccanici , informatici ) ai tecnici di automazione , in un flusso che mette in connessione l ’ Ict con i sistemi cyber fisici e con la produzione reale . Ciò se da un lato vuol dire una spinta verso la specializzazione , dall ’ altro si traduce in una maggiore interdisciplinarietà in azienda , in una gestione in grado di supportare logiche di inclusione di risorse umane con professionalità molto diverse , che vanno dallo statistico , al ricercatore sociale , al programmatore di software analitici : ruoli e orientamenti culturali differenti che devono lavorare insieme . In un ambiente di Industria 4.0 , ogni membro di unità organizzativa per poter partecipare al processo produttivo ha accesso a un maggior numero di informazioni su quello che accade in tempo reale e può comprendere meglio come la propria attività e le proprie scelte siano connesse con quelle degli altri . Questo rende i meccanismi di controllo centrali e le strutture verticali troppo lente , inefficaci ed inefficienti . Il passaggio verso strutture organizzative più orizzontali , verso la condivisione di informazioni e con processi decisionali più agili , richiede però un importante investimento non solo sulla tecnologia abilitante per collegare software , hardware e persone , ma soprattutto sul modo di lavorare e sulla cultura organizzativa sottostante . La flessibilità e l ’ integrazione delle competenze diventano la base per la costruzione di un vantaggio competitivo sostenibile e funzionano solo se integrate in ecosistemi aziendali improntati all ’ agilità .
Top 20 Competenze necessarie per Industria 4.0
Skill tecniche per aree aziendali