DIGITAL UTILITY
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i dati disponibili per migliorare l’erogazione
secondo le esigenze”.
Se il settore del gas è in piena rivoluzio-
ne non si può certo dire che quello legato
all’erogazione dei servizi idrici stia con le
mani in mano.
Un esempio della dinamicità è dato dal li-
vello produttivo, tecnologico e organizza-
tivo di uno dei colossi delle utility italiane,
l’Acquedotto Pugliese, una vera e propria
istituzione pubblica per la regione Puglia
e non solo. Un’utility che vive dal 1905,
che possiede qualcosa come 25mila chi-
lometri di reti idriche, cinque potabilizzato-
ri, 121 impianti di sollevamento, 300 pozzi
di emungimento delle acque e che gesti-
sce 184 depuratori. Un colosso dell’acqua
che dà lavoro a duemila addetti, produce
utili per circa 16 milioni di euro all’anno e
che serve quattro milioni di abitanti e 242
comuni.
Per una utility di queste dimensioni e con
questa estensione il costo dell’energia
rappresenta una voce di bilancio impor-
tante, così come quello della interconnes-
sione dal punto di vista idraulico della rete.
“Siamo un sistema complesso – afferma
Francesca Portaincasa, direttore dell’Ac-
quedotto Pugliese – e per gestire un siste-
ma di tali dimensioni in una regione con
ridotte risorse idriche occorre soprattutto
interconnettere le reti, che rappresenta
uno dei punti di forza della nostra socie-
tà. Grazie a questa modalità di gestione
siamo in grado di spostare grandi quan-
tità d’acqua dove più serve e questo lo
possiamo fare attraverso la tecnologia, e
in particolare il telecontrollo da noi attivo
dalla fine degli anni Novanta. Telecontrollo
che consente di limitare i danni connessi