DIGITAL UTILITY
ta ancora oggi un problema di notevole
rilevanza. La carenza di una materia pri-
ma tanto fondamentale, ha reso dunque
evidente la necessità di una gestione più
oculata della stessa. Parliamo dei paesi del
middle-east e anche dell’estremo oriente.
Inoltre, anche in paesi europei ove vi erano
in atto dei processi di sostituzione massi-
va, si è colta l’occasione commerciale e
si è installato un numero sicuramente im-
portante di contatori. Comprese in alcune
zone suburbane del Regno Unito, dove
sorprendentemente si è riscontrata una
carenza piuttosto importante della risorsa
idrica, gli operatori, con una posizione uni-
voca, hanno dichiarato che gli Smart Me-
ters saranno indispensabili nell’immediato
futuro per la gestione della risorsa e per
ottimizzare al massimo le problematiche.
Se la sente, come rappresentante di
una realtà importante come Sensus,
di lanciare un appello a chi deve de-
cidere riguardo agli aspetti normativi,
delle gare e, più in generale, per porre
l’attenzione in maniera forte su una ri-
sorsa che nel corso degli anni è stata
piuttosto trascurata?
Possiamo senza dubbio affermare che l’I-
talia è un paese fortemente regolamentato
dal punto di vista normativo per quando
riguarda il metering. Se fossi un consu-
matore sarei sicuramente molto contento
della cosa; dalla prospettiva dell’operato-
re è sicuramente un aspetto un po’ meno
positivo. Non a caso, nei paesi dove la re-
golamentazione è più flessibile, vediamo
come vi sia una spinta maggiore alla spe-
rimentazione verso nuove tecnologie; e, in
un secondo momento, se questa si rivela
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efficace, come la si adotti velocemente su
scala più ampia. Un altro aspetto è legato
alla libera concorrenza fra gli operatori del
mercato: un’eccessiva mole di norme limi-
ta fortemente la concorrenza, in quanto è
la tecnologia che spesso si deve allineare
ad una regolamentazione e non vicever-
sa. Infatti, possiamo facilmente constatare
che gli operatori presenti in Italia non sono
gli stessi presenti nel panorama mondia-
le, o comunque solo una minima parte ha
una vocazione internazionale. C’è da dire
poi che anche dal punto di vista delle spe-
cifiche puramente tecniche, il nostro pae-
se non si è allineato alla standardizzazione
degli altri paesi e questo limita tantissimo
gli investimenti da parte dei diversi player
mondiali.
Tornando a quello che si dovrebbe fare in
Italia, l’auspicio è che l’Autorità e gli enti
preposti prendano una posizione ben pre-
cisa su quello che dovrà essere lo stan-
dard o il protocollo di comunicazione che
debba guidare il mercato dello Smart Me-
tering e ne faccia un modello per tutti gli
operatori. Anche perché abbiamo riscon-
trato che molte società sono timorose
nell’approcciare la nostra realtà proprio
per questa mancanza di chiarezza; un
fatto peraltro pienamente condivisibile se
si pensa agli investimenti che ci si trove-
rebbe a sostenere a fronte di un possibile
cambio di normativa che renderebbe vani
gli sforzi economici precedentemente so-
stenuti.