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CITY LIFE MAGAZINE N.35
siderando i vantaggi di natura metrologica e
operativa che offriva. Attualmente addirittura
un contatore elettronico può essere acqui-
stato a un prezzo inferiore rispetto ad uno
meccanico, anche perché quest’ultimo, per
poter comunicare, ha bisogno di diversi ac-
cessori, primo fra tutti un modulo radio, che
invece sono già montati di serie su un con-
tatore di nuova generazione.
Anche da un punto di vista delle tempisti-
che di lettura, i vantaggi della soluzione
Smart sono evidenti; basti pensare che al-
cuni clienti riescono a leggere in modalità
radio mobile tra i 1700 e i 1800 contatori
in un’ora, un risultato che, evidentemente,
era utopistico con l’operatore che manual-
mente doveva passare a leggere i contato-
ri. Anche se andiamo ad analizzare la rete
fissa, è evidente come la lettura avvenga in
tempo reale, con una possibilità per gli ope-
ratori di eseguire dei bilanci idrici altamente
accurati. In questo modo si può intervenire
prontamente su eventuali perdite, perché i
flussi si monitorano in maniera più efficace
e, soprattutto quando parliamo di decine di
migliaia di utenze, quindi nelle grandi città, è
evidente come questo rappresenti un aiuto
per le operazioni di gestione della risorsa.
Quanto è importante che siano le
grandi utility a farsi portatrici dei temi
dell’innovazione tecnologica nell’ambi-
to dello Smart Meter idrico? Avete inol-
tre riscontrato differenze nella risposta
all’innovazione in base alla dimensione
dei diversi operatori (piccole, medie,
grandi utility)?
Devo dire che, in maniera quasi sorpren-
dente, sono state proprio le piccole e medie
utility le prime a raccogliere questa opportu-
nità, anche perché, per forza di cose, que-
ste ultime hanno un’organizzazione interna
più snella e di conseguenza una filiera de-
cisionale più corta. Se ne parla poco per-
ché molto spesso le realtà più piccole non
hanno i mezzi e le capacità per raccontarlo,
mentre sovente le grandi aziende racconta-
no senza fare… Insomma, le piccole-medie
utility hanno avuto il coraggio di sperimenta-
re una soluzione innovativa, cogliendone im-
mediatamente i vantaggi, senza il timore di
fare da “pilota”. Ovviamente, in un secondo
momento, è chiaro come siano le grandi im-
prese a cogliere i vantaggi di una tecnologia
innovativa in modo massivo, a farla propria e
a certificarla. Quindi l’onda dell’innovazione
è arrivata a cascata sia sulle medie che sulle
grandi utility e oggi abbiamo grandi realtà ur-
bane, come per esempio Milano, che hanno
scelto questa tecnologia, non più solo de-
stinata ad impianti pilota, ma proprio tesa a
piani di acquisto massivi per ottemperare al