City Life Magazine 35 | Page 42

42 CITY LIFE MAGAZINE N.35 Lo studio del NIST (U.S. National Institute of Standard & Technology) del 2004 rivela come l’informazione prodotta in una de- terminata fase del ciclo di vita di un edifi- cio subisca un sostanziale deperimento nel passaggio alla successiva per l’incapacità di trasmettere i dati elaborati con modalità funzionali ad una efficace ed efficiente inter- pretazione da parte dei nuovi destinatari. La stessa informazione deve pertanto essere replicata più volte, con un aggravio dei costi che grava prevalentemente sul conduttore dell’immobile. La creazione di elementi costruttivi a partire da cataloghi di produttori o librerie di proget- to studiate ad hoc è di per se impegnativa, ma non quanto possa essere la restituzione di modelli BIM di complessi edilizi esistenti, dove le informazioni sono in primis da reperi- re (mediante indagini documentali e saggi sul campo) e successivamente da inserire cor- rettamente nei modelli digitali. La conoscen- za del patrimonio architettonico difatti richie- de molti sforzi per investigare tutte le possibili fonti d’informazione che saranno ospitate dentro un modello HBIM. Inoltre, gli applica- tivi di BIM authoring, sempre più complessi e completi, richiedono un alto livello di specia- lizzazione da parte dell’utente, il quale deve avere un approccio da progettista e non più da mero disegnatore (Garagnani, 2015). Ulteriormente grazie all’H-BIM è possibile programmare una gestione di lungo perio- do dell’edificio pianificando gli interventi di manutenzione (dell’immobile, degli impianti, ecc.), avendo un prospetto del costo di cia- scuno. Infine è possibile simulare il compor- tamento dell’edificio relativamente ad aspet- ti strutturali, consumi energetici, di sicurezza anticendio, ecc. Villa Strozzi