SMART CITY E SMART LAND
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di svilupparsi in maniera intelligente andando
a costruire un modello di diffusione dell’inno-
vazione a cui sarebbe bene ispirarsi. Questo
concetto valido e pervadente è stato espres-
so nell’analisi teorica della giornata condotta
da Bernardo Corrado De Gennaro, profes-
sore di Economia ed Estimo rurale presso la
locale Università Aldo Moro. Concetto a cui
ha dato supporto anche il contributo di Vito
Albino, presidente di Arti Puglia (Agenzia Re-
gionale per la Tecnologia e l’Innovazione) che
ha sottolineato a Bari il ruolo cruciale del “ ca-
pitale sociale e relazionale ” nello sviluppo
di un territorio. “I territori hanno sì bisogno di
una tecnologia trainante per svilupparsi, ma
anche e soprattutto di costruire reti. Occor-
re quindi l’azione di organizzazioni intermedie
che intervengano nella trasformazione del-
le aree territoriali per renderle intelligenti. Un
esempio sono i distretti, i cluster tecnologici,
i centri di competenza e i servizi di sviluppo”.
Un tema attuale, che è a tutti gli effetti “la”
sfida a cui le società più avanzate sono sot-
toposte, è rappresentato dalla capacità di
gestire e veicolare verso una sintesi fruttuo-
sa e leggibile l’enorme mole di dati che la
tecnologia ci permette di raccogliere oggi.
Anche di questo si è parlato a Bari, perché
la connessione sempre più stretta tra mondo
reale (prodotti, produzione) e mondo virtuale
(software), l’enorme connessione tra oggetti
(internet of things) crea una gigantesca quan-
tità di dati (big data), che non basta raccoglie-
re ma occorre gestire, analizzare, interpretare,
diffondere. Reti di sensori, reti informatiche,
reti internet mettono in collegamento gli og-
getti, le persone i luoghi, e forniscono tantis-
simi dati necessari ad aumentare l’efficienza
dei processi, conoscere l’utilizzo dei prodotti
e progettare sempre nuovi servizi (innovazio-