City Life Magazine 34 | Page 68

68 CITY LIFE MAGAZINE N.34 non sarebbe mancato, visto che la direttiva europea è stata emessa a luglio 2016, ma evidentemente il tema della sicurezza ciber- netica non è stato tra le priorità del governo. Ciò nonostante, grazie proprio alla necessità di recepire la normativa europea, finalmente si adotta una dettagliata normativa naziona- le che identifica le aree di interesse cyber in tutti gli ambiti di fornitura di servizi essenziali e digitali, e ci si predispone all’identificazione delle infrastrutture critiche. È questo un intervento “strategico” per la sicurezza nazionale che avrebbe dovuto essere completato molto tempo fa, ma che fino ad oggi è sempre stato svolto solo par- zialmente. Un elemento positivo stimolato dalla direttiva NIS e attuato con lo schema di decreto riguarda l’accorpamento del CERT Nazionale e del CERT-PA, in un unico CSIRT (Computer Security Incident Response Team). Purtroppo, anziché ristrutturare dalle fonda- menta l’attuale architettura nazionale di si- curezza cibernetica, cogliendo l’occasione della direttiva NIS e adottare un approccio onnicomprensivo alla materia, sembra si sia deciso di adattare il recepimento della diret- tiva al DPCM 17 febbraio 2017, concentran- do nuove responsabilità sul DIS (Dipartimen- to delle Informazioni per la Sicurezza), che assume il ruolo di “punto di contatto unico” previsto dalla direttiva, senza che si giunga alla definizione di un’unica autorità compe- tente per la sicurezza cibernetica nazionale. La direttiva NIS avrebbe potuto essere l’oc- casione per definire modalità e responsabili- tà nel caso fosse necessaria una reazione nei confronti dell’aggressore in caso di attacco. Per di più nella definizione delle risorse da assegnare al CSIRT-IT – ma anche alle Au- torità competenti NIS - si prevede personale sufficiente a garantire presenza 24h, ma non si prevede come garantire un certo carico di lavoro soprattutto in caso di emergenze gravi. Ciò rappresenta un rischio, conside- rato che questo organo dovrebbe coprire le esigenze di sicurezza cyber delle PA e del- le imprese nazionali. Peraltro è prevista una clausola di salvaguardia che consente al CSIRT di ignorare la valutazione di certi casi se fosse troppo oneroso, ma questo appare come un ulteriore rischio. Riassumendo gli aspetti positivi del recepi- mento, ci si trova finalmente davanti a una dettagliata normativa nazionale che identifi- ca le aree di interesse cyber in tutti gli am- biti di fornitura di servizi essenziali digitali e digitali, e si identificano, grazie anche agli allegati della direttiva, le infrastrutture criti- che peraltro da indicare puntualmente con un successivo provvedimento. Si provve- de all’accorpamento dei CERT-Nazionale e CERT-PA in un unico CSIRT-IT. Appare ade- guata la definizione normativa per la notifica obbligatoria e volontaria degli incidenti. C’è la definizione dell’unico punto di contat- to imposto dalla NIS, identificato con il DIS, che a questo punto diventa il reale gestore di tutte le informazioni. Questa scelta, com- prensibile per dare seguito alle salvaguardie relative ai dati classificati, inserite pratica- mente in tutti i capi del decreto, può rendere difficoltosa la tempestiva condivisione di no- tizie, dati e notificazioni che si è visto essere stata, negli scorsi anni, la princi pale arma di difesa. Perplessità suscita il ruolo del DIS di interlocutore dell’organo europeo ENISA. Restando sugli aspetti più critici dello sche- ma di decreto, si rimarca l’assenza della de- finizione di un’unica autorità competente,