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CITY LIFE MAGAZINE N.33
S
e la definizione di smart city è nota
ai più, quella di smart land ha an-
cora bisogno di approfondimenti
ed esemplificazioni. Un recente convegno
a Pegognaga organizzato da Energia Me-
dia nel comune del mantovano - diventa-
to in questi ultimi anni una piccola capita-
le dell’innovazione - ha fissato alcuni punti
chiari sul significato di territorio intelligente e
dato il via al primo “Smart Land Innovation
Hub” italiano. Avere una visione territoriale
ben precisa, definire una strategia d’azione
di lungo periodo (in co-progettazione), do-
tarsi di strumenti operativi: sono questi i tre
ingredienti fondamentali per iniziare a parlare
di smart land.
E come hanno sostenuto gli esperti di varie
discipline chiamati a discuterne nel picco-
lo paese dell’Oltrepò, un territorio può dirsi
smart quando appunto possiede una visio-
ne basata su strategie settoriali, capace di
far competere i territori per sostenere le sfide
globali e per indicare la direzione dello svi-
luppo sostenibile.
Pegognaga, dopo essere stato il capofila dei
piccoli comuni italiani in materia di banda
larga, con altri comuni della zona ha inizia-
to a interrogarsi sul concetto di innovazione
territoriale. Soprattutto ha iniziato a chieder-
si cosa occorresse fare per dotare il territo-
rio della Bassa di una strategia territoriale
– economica, sociale, ambientale, tecnolo-
gica – su cui basare l’idea di sviluppo. Un
territorio che oggi è formato di piccoli centri
abitati, campi coltivati, allevamenti e insedia-
menti industriali.
Che un comune di poche migliaia di abitanti
si interroghi circa il futuro di una zona di cui
fa parte, è di per sé un fatto meritorio e che
lo faccia a partire da quei concetti – visione,
strategia, innovazione – che caratterizzano
il dibattito attuale sul futuro delle grandi cit-
tà e delle aree metropolitane ha qualcosa di
straordinario.
Un merito che va senza dubbio attribuito al
sindaco Dimitri Melli, che ha saputo tra-
sformare sia gli investimenti della Brennero
in digitalizzazione e un evento catastrofico, il
terremoto del 2012, in un’occasione di svi-
luppo di un piccolo centro di 7000 abitan-
ti in un luogo di sperimentazione di buone
pratiche amministrative. Che ha contagiato i
23 comuni del Consorzio dell’Oltrepò man-
tovano.
“Per noi sviluppare il concetto di smart
land – ha detto Melli – significa muoverci
secondo un’idea strategica e complessi-
va di un territorio composto di alternanza
e mescolanza di centri abitati, industrie
e campi coltivati. Un luogo da cui partire
e sul quale provare a inventare e a inne-
stare nuove e diffuse forme di governo,
di imprenditoria e di reti economiche col-