City Life Magazine 33 | Page 76

76 CITY LIFE MAGAZINE N.33 S e la definizione di smart city è nota ai più, quella di smart land ha an- cora bisogno di approfondimenti ed esemplificazioni. Un recente convegno a Pegognaga organizzato da Energia Me- dia nel comune del mantovano - diventa- to in questi ultimi anni una piccola capita- le dell’innovazione - ha fissato alcuni punti chiari sul significato di territorio intelligente e dato il via al primo “Smart Land Innovation Hub” italiano. Avere una visione territoriale ben precisa, definire una strategia d’azione di lungo periodo (in co-progettazione), do- tarsi di strumenti operativi: sono questi i tre ingredienti fondamentali per iniziare a parlare di smart land. E come hanno sostenuto gli esperti di varie discipline chiamati a discuterne nel picco- lo paese dell’Oltrepò, un territorio può dirsi smart quando appunto possiede una visio- ne basata su strategie settoriali, capace di far competere i territori per sostenere le sfide globali e per indicare la direzione dello svi- luppo sostenibile. Pegognaga, dopo essere stato il capofila dei piccoli comuni italiani in materia di banda larga, con altri comuni della zona ha inizia- to a interrogarsi sul concetto di innovazione territoriale. Soprattutto ha iniziato a chieder- si cosa occorresse fare per dotare il territo- rio della Bassa di una strategia territoriale – economica, sociale, ambientale, tecnolo- gica – su cui basare l’idea di sviluppo. Un territorio che oggi è formato di piccoli centri abitati, campi coltivati, allevamenti e insedia- menti industriali. Che un comune di poche migliaia di abitanti si interroghi circa il futuro di una zona di cui fa parte, è di per sé un fatto meritorio e che lo faccia a partire da quei concetti – visione, strategia, innovazione – che caratterizzano il dibattito attuale sul futuro delle grandi cit- tà e delle aree metropolitane ha qualcosa di straordinario. Un merito che va senza dubbio attribuito al sindaco Dimitri Melli, che ha saputo tra- sformare sia gli investimenti della Brennero in digitalizzazione e un evento catastrofico, il terremoto del 2012, in un’occasione di svi- luppo di un piccolo centro di 7000 abitan- ti in un luogo di sperimentazione di buone pratiche amministrative. Che ha contagiato i 23 comuni del Consorzio dell’Oltrepò man- tovano. “Per noi sviluppare il concetto di smart land – ha detto Melli – significa muoverci secondo un’idea strategica e complessi- va di un territorio composto di alternanza e mescolanza di centri abitati, industrie e campi coltivati. Un luogo da cui partire e sul quale provare a inventare e a inne- stare nuove e diffuse forme di governo, di imprenditoria e di reti economiche col-