DIGITAL UTILITY
ship nel 2017 (172 nel 2016) per un contro-
valore di oltre 14 miliardi di euro.
La società Accenture, nell’ambito della pre-
sentazione di questi dati, ha lanciato una
proposta per il prossimo futuro: le utilities
dovrebbero farsi promotrici in prima linea
di nuovi modelli di smart cities, che abbia-
no come punti cardini digitale, sostenibi-
lità e open innovation. Considerando che
le città del Belpaese attualmente ospitano il
70% degli Italiani, consumando circa il 60%
dell’energia elettrica, il 70% del gas naturale
e ben il 77% del carburante per autotrazio-
ne, appare evidente come esse rappresenti-
no un luogo chiave per innescare la trasfor-
mazione del territorio urbano, contribuendo
di conseguenza al raggiungimento degli
obiettivi imposti dalla SEN (Strategia Ener-
getica Nazionale).
“Le utilities possono giocare un ruolo di
rilievo per il raggiungimento degli obiettivi
della SEN, aiutando i territori e in partico-
lare le aree urbane a diventare smart city,
generando crescita, innovazione e valore.
Per farlo devono puntare su tre abilitatori:
la digitalizzazione, spinta da una sempre
più rapida evoluzione e accessibilità del-
le tecnologie; l’introduzione delle logiche
dell’economia circolare con un migliore
utilizzo delle risorse e l’attivazione di si-
stemi aperti e di Open Innovation” osserva
Pierfederico Pelotti, Responsabile Utili-
ties di Accenture in Italia, Europa Centrale,
Grecia. “In particolare, con riferimento a
quest’ultimo punto, la collaborazione alla
base di questo nuovo modello di smart
city consentirà alle utilities di migliorare la
regia complessiva delle attività necessarie,
condividendo investimenti, coinvolgendo i
diversi stakeholder dell’ecosistema dell’in-
novazione, nonché i cittadini”.
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Anche la società di consulenza Agici è sulla
stessa lunghezza d’onda per quanto riguar-
da la visione futura nell’ambito del ruolo fon-
damentale che dovranno ricoprire le utilities.
Andrea Gilardoni, Presidente di AGICI e
docente presso l’Università Bocconi ha af-
fermato:
“I profondi mutamenti del mercato energetico
non sono ormai più un problema per le utility
– afferma. “Razionalizzazione, sfruttamento
delle economie di scala, entrata in nuovi bu-
siness, uniti al basso costo del debito, stan-
no garantendo risultati economico-finanziari
brillanti e importanti risorse da destinare a
nuovi investimenti”. “La transizione energe-
tica e gli obiettivi SEN – aggiunge Marco
Carta, Amministratore Delegato di AGICI –
porranno ulteriori grandi sfide agli operatori
ma le utility stanno già ora ponendo le basi
per affrontarle investendo soprattutto nelle
reti elettriche, tassello fondamentale per abi-
litare un nuovo modello energetico decen-
tralizzato, pulito e intelligente. Stiamo viven-
do – conclude Carta – quello che potremmo
chiamare un rinascimento degli operatori di
rete”.
È innegabile come, allo stato attuale, sussi-
stano alcuni ostacoli significativi alla realiz-
zazione di questa visione futura. Nonostante
gli sforzi apprezzabili compiuti dagli attori
fin qui coinvolti per la diffusione di modelli
di città intelligente, sussistono problemi che
riguardano la stabilità della normativa di ri-
ferimento e degli incentivi pubblici, la man-
canza di una governance complessiva, l’in-
certezza delle aziende a investire a causa
della scarsa chiarezza del “business case”
sottostante agli investimenti.