City Life Magazine 33 | Page 45

DIGITAL UTILITY 45 non si parlino potrebbe rappresentare un freno alla lettura strategica dei dati raccolti? Come indirizzo nel settore in cui operiamo stiamo cercando di acquisire dai fornitori prodotti e sistemi che siano aperti e intero- perabili; questa è la direzione strategica ge- nerale che si sta tentando di perseguire an- che se in tal senso c’è ancora molto da fare. mentazioni che vengono realizzate in cam- po. Abbiamo ideato anche un premio per le start up perché poniamo molta attenzione alla ricercae al supporto alle giovani imprese che propongono idee e progetti innovativi. Altro settore cui teniamo particolarmente è la collaborazione con i Politecnici, le Uni- versità e gli istituti tecnici, anche nell’ambito dell’alternanza scuola lavoro. Il proliferare oggi di società di softwa- re che vi propongono numerose e va- rie soluzioni rappresenta senz’altro un aspetto positivo e interessante ma che richiede una buona capacità di selezio- ne. In questo senso dunque le vostre professionalità in utility 4.0 stanno pro- babilmente cambiando. Come vi muo- vete per affrontare in modo adeguato questo cambiamento? Le nostre aziende hanno evoluzioni organiz- zative continue proprio per rispondere nel modo migliore ai cambiamenti che il mon- do esterno ci propone quotidianamente. Il Gruppo di lavoro Smart Solution, ad esem- pio, ha al suo interno diverse competenze e per questo stiamo cercando di focalizzarci su figure sempre più specializzate per rispon- dere in modo adeguato alle varie esigenze. Direi che “organizzativamente” cerchiamo di plasmarci sulle esigenze dei nostri clienti arricchendo costantemente il nostro patri- monio di competenze tecniche, gestionali che siano in grado di affrontare le continue innovazioni e richieste che quotidianamente si devono affrontare. Ma non solo, abbiamo creato una Direzione “Innovazione” che ha il compito di valutare tutte le proposte che di continuo ci vengono fatte e supportare le strutture operative nelle successive speri- La vostra utility copre territori con diver- se “anime” e culture. In relazione al pro- cesso di evoluzione e di cambiamento del ruolo dell’utility di cui abbiamo par- lato, riscontrate territori più pronti di al- tri ad accogliere processi di innovazio- ne o vi è una certa omogeneità? Negli ambiti che conosco meglio, quelli lega- ti all’illuminazione pubblica e ai rapporti con la pubblica amministrazione va detto che nei territori in cui noi siamo operativi vi è una certa omogeneità. È chiaro che nel mondo delle amministrazioni pubbliche quello che oggi fa da traino è la pubblica illuminazione; il risparmio energetico generato con l’avven- to dei Led ha consentito alle amministrazioni di intervenire in modo massiccio, con una rete pubblica che verrà quindi velocemente rinnovata a livello nazionale. Tra contesti urbani e piccole città si ri- scontra molta differenza nell’accoglie- re queste novità o avete avuto risposte inaspettate anche in realtà di dimensio- ni ridotte? Naturalmente le grandi città hanno progetti ampi, di grandi proporzioni. Ciò non toglie, tuttavia, che vi siano anche realtà medio pic- cole decisamente avanti anche sugli aspetti legati all’innovazione.