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presente come la situazio-
ne degli impianti di ince-
nerimento in Italia risenta
della loro ‘’bassa’’ capa-
cità di trattamento, aspet-
to che ci rende simili ai
francesi, anche se i cugini
d’Oltralpe hanno 85 im-
pianti in più di noi.
In Germania poi sono pre-
senti 103 impianti con una
capacità media di 250 mila
tonnellate l’anno ciascuno,
in Francia 126 impianti
con una capacità media di
116 mila tonnellate l’anno,
in Italia 41 impianti (13 in
Lombardia, 8 in Emilia Ro-
magna e 5 in Toscana, per
citare le prime tre Regioni)
con una capacità media di
172 mila tonnellate l’anno,
in Inghilterra 36 con una
capacità di 280 mila ton-
nellate l’anno, in Spagna
10 (capacità di 273 mila
tonnellate l’anno).
Questo, spiega il rapporto
commissionato da Utilita-
lia, è dovuto alla quantità
e alle dimensioni dei no-
stri inceneritori: disseminati
per il nostro Paese ce ne
sono 41 con una capaci-
tà media di 172.000 ton-
nellate l’anno. La Francia
ne ha più di tutti (126) ma
mediamente più piccoli
(116.000 tonnellate l’an-
no), mentre il Regno Unito
ha adottato la politica “po-
chi ma grandi”: ne ha solo
36 ma bruciano in media
280.000 tonnellate l’an-
no, oltre il doppio dell’I-
talia. Gli inceneritori sono
chiamati anche termova-
lorizzatori perché sono in
grado di produrre energia
termica – ma anche elettri-
ca – dalla combustione dei
rifiuti.
Per alcuni, però, il ritardo
dell’Italia in questo ambi-
to non è necessariamente
una cattiva notizia. Secon-
do la normativa europea,
l’inceneritore rappresenta
infatti l’ultima spiaggia pri-
ma della discarica. Prima
di bruciare i rifiuti, infatti,
gli Stati membri devono
privilegiare la prevenzione
(produrre cioè meno rifiuti,
ad esempio diminuendo
gli sprechi e ripensando il
packaging), il riutilizzo e il
recupero. Se la Ue ha mes-
so questi impianti al penul-
timo posto della gerarchia
è soprattutto per questioni
ambientali e sanitarie. Bru-
ciare rifiuti, infatti, produce
inevitabilmente polveri sot-
tili, inquinanti e diossina.
E anche se le tecnologie
sviluppate negli ultimi anni
li hanno resi sempre più
“puliti”, le preoccupazioni
rimangono.
Facendo infine un raffronto
della gestione dei rifiuti nel-