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CITY LIFE MAGAZINE 39
Negli ultimi anni la percezione del rischio cibernetico da parte delle imprese è aumentato . Ma la consapevolezza non è così forte come dovrebbe . Serve invece un approccio globale : un requisito che ancora manca al sistema delle imprese nazionali

I l rischio zero , si sa , non esiste . Lo sanno bene le imprese di tutto il mondo e in particolare quelle che operano nel comparto delle infrastrutture critiche , sempre più spesso alle prese con il pericolo degli attacchi cibernetici , un fenomeno in crescita esponenziale . Come possono allora le aziende tutelarsi per garantire il loro stesso business e le loro risorse rispetto ai cyber attack ? Quando e come conviene ricorrere alle coperture delle compagnie assicurative ? A questi interrogativi , che da più parti e sempre più spesso vengono portati all ’ attenzione pubblica , prova a rispondere Romina Colciago , direttore per l ’ Italia di Aon Global risk consulting , un player internazionale che opera nell ’ ambito del risk management e del trasferimento assicurativo . La responsabile di Aon Italia punta i riflettori sulla percezione del rischio cibernetico da parte delle imprese e su quali azioni le stesse dovrebbero mettere in campo per ridurre al massimo i danni dagli attacchi cyber . “ Nell ’ ultimo anno – ha affermato Colciago – molte cose sono cambiante nel mondo delle imprese italiane per quanto riguarda la percezione del rischio cibernetico . Se dodici mesi orsono tale rischio non era percepito come importante , a differenza di quanto invece si registra nel resto dell ’ Europa , oggi abbiamo