CITY LIFE MAGAZINE
occorre sempre più – afferma la presidente –
cercare di mettersi nei panni dell’attaccante e
introdurre tecniche di social engineering, una
nuova disciplina che coniuga tecniche psico-
logiche a quelle cyber. Sempre più spesso si
ha a che fare con abili persuasori che indu-
cono le vittime a operare decisioni che altri-
menti rifiuterebbero. E questo accade sempre
più a grande velocità: altrettanto veloce deve
essere la dotazione delle difese da mettere in
campo. Penso che tutta l’organizzazione del
sistema delle difese sarà presto definita dal re-
cepimento della direttiva Nis (The Directive on
security of network and information systems).
La direttiva prevede che tutte le informazioni
riguardanti gli attacchi vengano convogliate in
un hub nazionale. Ciò che oggi serve fare è
prevenire e per farlo occorre mettersi nei panni
dell’attaccante. Occorre superare la fase del-
la detection, per andare in fretta sulla strada
della prevenzione attraverso l’analisi dell’at-
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taccante. Per questo l’intelligence azienda-
le nel settore delle infrastrutture diventerà un
nodo importante, non solo in quanto ponte di
comunicazione lessicale con la catena di co-
mando e controllo, bensì perché sarà l’area
che servirà a contestualizzare le informazioni
tecniche. Nel prossimo futuro, quello dietro
l’angolo, i problemi non saranno solo tecnici,
ma saranno di dominio di un pool di esperti
che dovranno utilizzare un linguaggio sempli-
ce, non per addetti ai lavori, per far capire chi
ci sta attaccando e per quali motivi”.
I contenuti di questo articolo sono tratti dall’intervento
di Luisa Franchina in occasione