City Life Magazine 31 | Page 38

38 spazi di coworking). Rispetto alla media dei lavoratori gli smart worker sono più soddisfatti del proprio lavoro: soltanto l’un per cento si ritiene insoddisfatto (contro il 17 degli altri lavoratori), il 50 per cento è pienamente soddisfatto delle modalità di organizzazione del proprio lavoro (22 per gli altri), il 34 per cento ha un buon rapporto con i colleghi e con il capo (16 per gli altri). Inoltre, gli smart worker ritengono di avere una padronanza più adeguata di competenze soft relazionali e comportamentali legate al digitale (digital soft skills), che consentono alle persone di utilizzare efficacemente i nuovi strumenti digitali per migliorare produttività e qualità delle attività lavorative. In particolare, gli smart worker hanno una superiore capacità di collaborare efficacemente in team virtuali esercitando una leadership: solo l’un per cento ritiene di non avere sviluppato in maniera soddisfacente questo tipo di skill, a fronte del 27 degli altri lavoratori. I benefici dello smart working Miglioramento della produttività, riduzione dell’assenteismo e abbattimento dei costi per gli spazi fisici sono i principali benefici ottenibili dall’introduzione dello smart working nelle aziende. L’Osservatorio stima l’incremento di produttività per un lavoratore derivante dall’adozione di un modello maturo di lavoro agile dell’ordine del 15 per cento. Proiettando l’impatto a livello complessivo di sistema Paese – considerando che sulla base della tipologia di attività che svolgono i lavoratori che potrebbero fare smart working sono almeno cinque milioni e che attualmente gli smart worker sono 305mila – l’effetto dell’incremento della produttività media del lavoro in Italia – ipotizzando che la pervasività del fenomeno possa arrivare al 70 per cento dei lavoratori – si può stimare intorno ai 13,7 miliardi di euro. I vantaggi per i lavoratori si misurano