24
N
el 2050 sulla terra vivranno 10
miliardi di persone, pur con
incremento demografico inferiore
a quello degli ultimi anni, la
popolazione complessiva sarà veramente
molto numerosa. Questo aspetto avrà
parecchie implicazioni, a partire dal
problema dell’alimentazione (più grave
ed urgente) a quello della abitabilità. Se a
questo si aggiunge il fatto che si stima che
addirittura il 9% delle persone vivranno in
sole 41 megalopoli, si capisce subito quali
drammatici problemi dovranno essere risolti
nelle città.
In particolare il problema se lo stanno
ponendo nazioni come la Cina, l’India e
i Paesi africani dove il tasso di natalità è
elevatissimo rispetto all’Europa e all’America.
Non è quindi sorprendente scoprire che un
architetto famoso come Stefano Boeri, dopo
la sua realizzazione del “bosco verticale”
sia stato catapultato in Cina a pensare e a
progettare le future città “verticali”. L’idea è
infatti quella di sviluppare non solo palazzi ma
proprio città che trovano nella dimensione
verticale il proprio sviluppo. Questo è dovuto
al fatto che comunque il suolo rimane quello
che è, mentre lo spazio “aereo” è ben più
disponibile e ampio. Il concetto è quello di
uno sviluppo combinato verticale-orizzontale,
che però utilizzi relativamente poco spazio
terrestre. Questo modo di ripensare le città,
comporta logiche nuove non solo costruttive
e abitative, ma anche infrastrutturali in termini
di vie di collegamento, mezzi di trasporto,
connettività... tra l’altro ciò comporterà
un fortissimo incremento del trasporto
sia verticale sia orizzontale a carattere
autonomo.
L’avanzamento tecnologico messo a punto
negli ultimi anni nel settore degli ascensori è
certamente un fattore facilitante e accelerante
di questo processo che sta avviandosi a ritmi
inattesi fino a poco tempo fa.
Una svolta veramente epocale in quello che
saranno i profili, le strutture e le modalità