City Life Magazine 28 | Page 64

74 bustibile che si ottiene sia dalle acque di scarto, dagli scarti di biomasse di origine agricola (che si rin- novano nel tempo e che nel loro ciclo di vita hanno incorporato il carbonio presente nell’atmosfera) e dalla frazione organica dei rifiuti soldi urbani della raccolta differenziata. È prodotto dalla digestione anaerobica di biomasse in grandi contenitori chia- mati digestori, che lavo- rano in determinate con- dizioni di temperatura, in assenza di ossigeno e in presenza di particolari batteri. Il processo è identico anche per le acque reflue che entrano nell’impianto di depura- zione: una volta separate le due fasi, quella liquida da quella solida, i fanghi vengono trattati all’in- terno dei digestori dove si forma il biogas, che al suo interno è composto, mediamente, dal 65% di metano. Con le normali tecnologie di upgrading, il metano viene poi puri- ficato fino ad arrivare ad avere un gas con indici di purezza superiori al 99%: una volta compresso sarà pronto per essere com- mercializzato e immesso nella rete. Da ciò si capisce come il biometano sia un carbu- rante a chilometro zero e, soprattutto, sostenibile, in quanto prodotto da una materia prima pressoché inesauribile. Secondo il Cib (Consorzio italiano biogas), il biome- tano è il carburante che mostra maggiori margini di crescita: l’obiettivo è quello di arrivare a pro- durre, entro il 2030, 8,5 miliardi di metri cubi di bio- metano, incrementando di una volta e mezzo la quantità di gas natu- rale autoprodotta dall’I- talia. In questo modo si andrebbe a coprire circa un quarto del fabbisogno annuo di tutto il territorio nazionale. A supporto di queste pre- visioni ci sono altri dati incoraggianti: l’Italia è attualmente il secondo produttore europeo di biogas dopo la Germania e si colloca al quarto posto su scala mondiale, dopo Cina, Germania e Stati Uniti. Sempre secondo i dati forniti dal Cib, circa l’80% degli impianti in esercizio è alimentato da liquami zootecnici, residui agro-industriali o colture di integrazione, mentre la restante quota utilizza la frazione umida dei rifiuti solidi urbani, i fanghi di depurazione e il biogas dalle discariche. Il biometano insomma concorre a risolvere il pro- blema del recupero di scarti e rifiuti in un’ottica di economia circolare, con- tribuendo anche a ridurre la dipendenza energe- tica dal petrolio: uno sce- nario che contribuirebbe in modo determinante al raggiungimento dell’o- biettivo stabilito dalla Ue di arrivare a utilizzare, entro il 2020, carburanti rinnovabili nella misura del 10% del totale. Gruppo Cap, infine, per fare in modo che l’espe- rienza del depuratore di Bresso non rimanga un caso isolato, intende procedere al piano di modernizzazione degli impianti per dimostrare che la società idrica mila- nese intende trasformare gradualmente i principali depuratori gestiti diret- tamente in bioraffinerie, capaci di produrre bio- metano, fertilizzanti, ener- gia elettrica e nutrienti come fosforo e azoto.