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Intervista a
Daria Casciani
Si è specializzata nel design della luce, collabora con il Dipartimento di Design
del Politecnico di Milano nell’attività didattica del Master in Lighting Design &
LED Technology e nelle attività di ricerca sviluppate all’interno del Laboratorio
Luce riguardanti le nuove prospettive del design dei sistemi di illuminazione
a LED. Ha ottenuto il dottorato con una ricerca sull’esperienza sociale dell’il-
luminazione urbana. Con l’Intelligent Lighting Institute della dell’Università di
Eindhoven (Tu/e) ha elaborato e testato una procedura di analisi, progetto e
valutazione del rapporto tra luce, città e uomo.
Con il Politecnico di Milano hai
fatto diverse indagini sulla perce-
zione che i cittadini hanno dell’illu-
minazione urbana. In che modo l’il-
luminazione influisce sul rapporto
tra la città e i suoi abitanti?
Tradizionalmente le città sono state
concepite, progettate e costruite
per la vita diurna, trascurando l’im-
portanza dell’esperienza urbana
notturna. L’illuminazione artificiale,
nel corso di poco più di un secolo,
ha reso possibile l’espansione delle
attività umane dopo il tramonto. L’il-
luminazione elettrica, in particolare,
ha rivoluzionato il modo di pensare la
vita urbana, trasformando l’immagine
notturna delle città, disvelandola e
scoprendola dal buio che l’avvolgeva
nei secoli precedenti.
Lo spazio della città notturna è stato
messo in scena, svelato e caratte-
rizzato da specifiche scelte di illumi-
nazione. La luce non solo ha creato
diverse atmosfere urbane e immagi-
nari notturni nel corso dei secoli, ma
ha anche modellato i comportamenti
sociali e la concezione urbanistica
dello spazio pubblico di notte.
La trasformazione della vita notturna
determinata dalle condizioni luminose
artificiali viene plasmata e configurata
anche dalle tecnologie di illumina-
zione disponibili.
Oggi l’illuminazione urbana non è
solo pubblica, ma anche privata (ad
esempio fatta dalle vetrine dei negozi
e dai pannelli pubblicitari) ed esprime
forme e caratteristiche estetiche
molteplici e, spesso, incontrollabili.
La luce diviene materiale/immateriale
progettuale utile per definire l’iden-
tità notturna, stimolare l’economia,
promuovere l’accessibilità e la mobi-
lità, garantire la percezione di sicu-
rezza, incentivare l’uso della città e
l’interazione sociale dopo il tramonto.
La percezione della città di notte
e della sua immagine deriva dalla
stretta ed imprescindibile relazione
tra la luce, i volumi architettonici e
l’esperienza delle persone. Un’espe-
rienza definita dalla sovrapposizione
delle percezioni fisiologica, cognitiva,
affettiva, interpretativa e valutativa
degli esseri umani.
In questo senso è importante proget-
tare la luce artificiale urbana con un
preciso ruolo sociale, prendendo in
considerazione anche l’esperienza
dal punto di vista del “pedone” per la
definizione di un’atmosfera luminosa
che garantisca sicurezza, qualità e
coinvolgimento sociale. Lo studio dei
comportamenti, delle attività e delle
necessità delle persone nel contesto
della città in relazione alla luce favo-
risce anche un corretto approccio