City Life Magazine 28 | Page 42

52 Intervista a Daria Casciani Si è specializzata nel design della luce, collabora con il Dipartimento di Design del Politecnico di Milano nell’attività didattica del Master in Lighting Design & LED Technology e nelle attività di ricerca sviluppate all’interno del Laboratorio Luce riguardanti le nuove prospettive del design dei sistemi di illuminazione a LED. Ha ottenuto il dottorato con una ricerca sull’esperienza sociale dell’il- luminazione urbana. Con l’Intelligent Lighting Institute della dell’Università di Eindhoven (Tu/e) ha elaborato e testato una procedura di analisi, progetto e valutazione del rapporto tra luce, città e uomo. Con il Politecnico di Milano hai fatto diverse indagini sulla perce- zione che i cittadini hanno dell’illu- minazione urbana. In che modo l’il- luminazione influisce sul rapporto tra la città e i suoi abitanti? Tradizionalmente le città sono state concepite, progettate e costruite per la vita diurna, trascurando l’im- portanza dell’esperienza urbana notturna. L’illuminazione artificiale, nel corso di poco più di un secolo, ha reso possibile l’espansione delle attività umane dopo il tramonto. L’il- luminazione elettrica, in particolare, ha rivoluzionato il modo di pensare la vita urbana, trasformando l’immagine notturna delle città, disvelandola e scoprendola dal buio che l’avvolgeva nei secoli precedenti. Lo spazio della città notturna è stato messo in scena, svelato e caratte- rizzato da specifiche scelte di illumi- nazione. La luce non solo ha creato diverse atmosfere urbane e immagi- nari notturni nel corso dei secoli, ma ha anche modellato i comportamenti sociali e la concezione urbanistica dello spazio pubblico di notte. La trasformazione della vita notturna determinata dalle condizioni luminose artificiali viene plasmata e configurata anche dalle tecnologie di illumina- zione disponibili. Oggi l’illuminazione urbana non è solo pubblica, ma anche privata (ad esempio fatta dalle vetrine dei negozi e dai pannelli pubblicitari) ed esprime forme e caratteristiche estetiche molteplici e, spesso, incontrollabili. La luce diviene materiale/immateriale progettuale utile per definire l’iden- tità notturna, stimolare l’economia, promuovere l’accessibilità e la mobi- lità, garantire la percezione di sicu- rezza, incentivare l’uso della città e l’interazione sociale dopo il tramonto. La percezione della città di notte e della sua immagine deriva dalla stretta ed imprescindibile relazione tra la luce, i volumi architettonici e l’esperienza delle persone. Un’espe- rienza definita dalla sovrapposizione delle percezioni fisiologica, cognitiva, affettiva, interpretativa e valutativa degli esseri umani. In questo senso è importante proget- tare la luce artificiale urbana con un preciso ruolo sociale, prendendo in considerazione anche l’esperienza dal punto di vista del “pedone” per la definizione di un’atmosfera luminosa che garantisca sicurezza, qualità e coinvolgimento sociale. Lo studio dei comportamenti, delle attività e delle necessità delle persone nel contesto della città in relazione alla luce favo- risce anche un corretto approccio