City Life Magazine 28 | Page 13

ARTICOLI caso Paesi come la Cina (1,05 veicolo/punto di ricarica) e la Svezia (0,99). L’Italia, con un indice di 0,66 veicoli elettici/ punto di ricarica, conferma ancora una volta di essere indietro. Nel nostro Paese, infatti, si possono stimare circa 9mila punti di rica- rica, di cui 7.000-7.500 privati (circa l’80%) e 1.750 pubblici (20%), cresciuti nell’ultimo anno di 2.500 unità (+28%, contro lo stallo dal 2013 al 2015). IL PIANO NAZIONALE PER LA RICARICA IN ITALIA Si chiama PNIRE: è il Piano nazionale infra- strutturale per la ricarica dei veicoli alimen- tati a energia elettrica; è stato realizzato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per governare lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica nel nostro Paese. L’obiettivo al 2020 è l’installazione di 4.500-13mila punti di ricarica normal power (con un potenza pari o inferiore a 22kW) e di 2.000-6.000 high power (superiore a 22kW); la copertura finan- ziaria al momento è di 33,5 milioni di euro: il ministero partecipa al cofinanziamento dei progetti presentati dalle Regioni e dagli enti locali, fino a un massimo del 50% delle spese sostenute per l’acquisto e per l’installazione degli impianti. Il Rapporto analizza un campione significa- tivo di progetti di infrastruttura di ricarica, con l’obiettivo di comprendere quale ne sia stata l’evoluzione dal 2012 (anno di entrata in vigore del meccanismo) a oggi. Sono tanti, in questo ambito, i punti positivi da sottolineare. Innanzitutto la composizione dei committenti, che si è evoluta dalla sola pubblica ammini- strazione a una compagine estremamente variegata, segno di un incremento dell’inte- resse verso la mobilità elettrica. Tra il 2012 e il 2013, infatti, superava il 95% la quota di progetti che aveva per committenti i Comuni, mentre appena il 5% era commissionata dalla grande distribuzione organizzata, centri commerciali, strutture ricettive, che in questa fase avevano giocato un ruolo quasi pionie- ristico. Tra il 2014 e il 2016 risulta invece decisamente 13 ridimensionato il ruolo della pubblica ammini- strazione locale, che pesa solo per il 57% dei progetti, mentre cresce quello degli operatori di punti di interesse, che moltiplicano quasi per 6 il loro peso (dal 5% al 27%). Compaiono poi per la prima volta sul mercato italiano, con una quota del 16%, alcuni soggetti dedicati, cioè operatori privati che intendono fare della realizzazione di infrastrutture di ricarica il loro business principale, come dei veri distributori elettrici. I progetti del 2017 mostrano ulteriori novità, come la comparsa di gestori di carburante tra i soggetti interessati alla infrastruttura- zione elettrica: un segnale, debole ma impor- tante, del fatto che ci si aspetta una crescita del mercato. Questa evoluzione positiva non è stata tuttavia sufficiente a permettere all’I- talia di guadagnare una posizione di prestigio nel panorama internazionale della modalità elettrica. Quali sono stati dunque i punti di debolezza? “Innanzitutto, la ridotta capacità, almeno sino a ora, di attrarre finanziamenti privati accanto a quelli pubblici per sviluppare le infrastrutture di ricarica – commenta Vittorio Chiesa, direttore dell’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano –. Si è passati da una fase iniziale in cui addirittura il 95% dei finanziamenti erano pubblici all’ultima rileva- zione che vede tale quota scendere al 72%, mostrando un contributo privato che non raggiunge nemmeno un terzo del totale. Vi è poi l’assenza, non nuova purtroppo nel nostro Paese, di una visione di sistema. Una delle principali barriere alla diffusione su larga scala della mobilità elettrica è l’assenza di interoperabilità tra le infrastrutture di ricarica gestite da operatori differenti. Gli integratori di sistemi di e-mobility in Italia sono agli albori”. “Infine – conclude Chiesa – vi è l’assenza di coraggio nello sperimentare forme di ecosi- stema avanzate, che invece sono già una realtà in altri Paesi. Si pensi ad esempio a una partnership tra un operatore dell’infrastruttura di ricarica e un player dell’automotive, che garantisca al cliente un’offerta completa di mobilità elettrica, comprensiva di auto e infra-