City Life Magazine 26 | Page 9

EDITORIALE N ovembre e dicembre sono stati due mesi significativi per due importanti democrazie. La prima, quella americana, ha risposto in una maniera incomprensibile per molti europei eleggendo Donald Trump. In verità il verdetto delle urne è stato perfettamente coerente con il sogno americano e con il desiderio di recuperare una supremazia che è andata sbiadendo negli ultimi anni. Non posso nascondere le mie perplessità e anche qualche timore, ma volendo essere onesti fino in fondo, non avrei potuto affermare di non avere dubbi né perplessità nel caso fosse stata eletta Hillary Clinton. D’altra parte siamo in una fase politica nella quale l’insoddisfazione dovuta alla crisi del lavoro, ai flussi migratori e alla mancanza di cred ibilità della classe dirigente ha portato alla ribalta coloro che hanno saputo comprendere gli umori della “pancia” del popolo e cavalcare il malcontento. L’abbiamo visto in occasione della Brexit, ed è emerso in Austria, Francia, Germania. È probabile che il referendum del 4 dicembre non sia stato interpretato per quello che doveva essere, ma per come i partiti hanno cercato di connotarlo. Pochi, troppo pochi, si sono avventurati nella lettura delle variazioni da apportare alla Costituzione, e ci si è limitati a identificare alcuni fattori al fine di indirizzare il voto a favore o contro qualcuno. Personalmente riconosco il valore del cambiamento e del rinnovamento, ma mi sono posto una domanda: è la nostra Costituzione troppo vecchia o siamo noi che non la utilizziamo al meglio? Come spesso accade non è lo strumento la causa di errori, ma il modo in cui lo si utilizza. Adesso si apre un nuovo periodo di campagna elettorale, ma forse non era questo che gli Italiani volevano. 9