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Il sistema funziona con un sensore all’interno
del cestino in grado di rilevare il volume di
rifiuti contenuto. Con una tecnologia a infrarossi invia tale informazione alla sala operativa.
Sono tre gli stati possibili: completamente
vuoto, metà-due terzi pieno, oppure l’effetto
tappo, quando cioè il cestino è vuoto ma c’è
qualcosa che ostacola in superficie. Il test ha
funzionato perché il 90 per cento delle segnalazioni inviate dai cestini alla sala operativa di
AMSA, dopo un controllo sul campo, corrispondeva alla realtà. Con queste informazioni, la raccolta diventerà meno dispersiva:
gli addetti AMSA vengono inviati solo dove
serve, senza passare in rassegna tutti i cestini
come avviene oggi. “Il sistema è molto affidabile, così stiamo studiando l’estensione in città
di questa tecnologia – spiega il direttore del
settore Information technology di A2A, Marco
Moretti – Stiamo concordando anche con il
Comune il piano migliore per proseguire e arrivare in futuro a completare la città. I benefici,
a conti fatti, superano i costi: contiamo anche
di esportare il brevetto all’estero”. Il progetto
rientra nei piani di lavoro di A2A Smart City, la
nuova società nata proprio per offrire servizi
tecnologici. I dettagli sono allo studio proprio in